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Operaio Arif morto, il parroco a Ostuni: «Caro Mario, la tua città ti dice addio»

Una cerimonia sentita, commossa, quella dell’ultimo saluto a Mario Rotiglio ieri pomeriggio a Ostuni, nella chiesa della Santa Famiglia. «Caro Mario, la città ti dice addio. La tua città. Quella che ha conosciuto i tuoi sorrisi, la tua generosità, la tua disponibilità. La città nella quale hai costruito relazioni, vissuto amicizie. La città che lo…

Una cerimonia sentita, commossa, quella dell’ultimo saluto a Mario Rotiglio ieri pomeriggio a Ostuni, nella chiesa della Santa Famiglia.

«Caro Mario, la città ti dice addio. La tua città. Quella che ha conosciuto i tuoi sorrisi, la tua generosità, la tua disponibilità. La città nella quale hai costruito relazioni, vissuto amicizie. La città che lo scorso giorno si è fermata attonita alla notizia che la fedeltà al tuo lavoro è stata pagata a prezzo della tua stessa vita». Così il parroco, don Maurizio Caliandro, ha ricordato il 66enne operaio dell’Arif (Agenzia Regionale per le Attività Irrigue e Forestali) morto durante le operazioni di spegnimento di un incendio sabato 20 luglio a Ceglie Messapica

«Una delle frasi che molti ricordano – ha aggiunto don Maurizio – è il tuo invito ad essere creduti. Si, caro Mario: è importante essere creduti e per esserlo occorre vivere una vita credibile, come è stata la tua. Grazie, caro Mario, per quella tua voglia di correttezza che non ha mai ceduto alle lusinghe dell’anima borghese».

Presenti le istituzioni

Nella chiesa c’erano anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il sindaco di Ostuni Angelo Pomes e l’europarlamentare Valentina Palmisano. La città bianca nel frattempo era ferma: Pomes infatti aveva proclamato il lutto cittadino, per onorare a nome di tutta la città la memoria di Mario e mostrare solidarietà alla sua famiglia. L’operaio infatti lascia moglie e due figli, a pochi mesi dal momento in cui sarebbe andato in pensione.

Gli indagati

Al momento sono tre le persone iscritte nel registro degli indagati, tutte dell’Arif tra cui il direttore generale Francesco Ferraro. L’accusa è di omicidio colposo in violazione delle norme per la prevenzione sui luoghi di lavoro. Gli inquirenti vogliono verificare se siano state adottate tutte le misure di sicurezza necessarie per tutelare l’incolumità degli operai impegnati sul posto.

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