Ha avuto paura, così ha detto quando gli agenti della polizia municipale lo hanno rintracciato a casa, a Sannicandro. Ha avuto paura ed è scappato, lasciando per terra a morire un ragazzo di 21 anni, appena volato dalla sua moto. Francesco Milella, 70 anni, è in carcere da martedì sera, quando la polizia giudiziaria lo ha prelevato dalla sua abitazione, accusato della morte del giovanissimo Giovanni Vittore.
L’incidente
Era il pomeriggio di domenica quando Giovanni, con il casco in testa, percorreva via Gentile, al quartiere Japigia di Bari. Le telecamere di sorveglianza, visionate dai vigili, riprendono Milella in sella ad un’altra moto, provenire dal senso contrario, incrociarlo, poi però cambiare idea e fare un’inversione a U finendo sulla carreggiata occupata da Giovanni che, nel tentativo di evitare l’altra moto ha perso il controllo della sua. Probabilmente ha urtato il marciapiede ed è volato ad alcuni metri di distanza, battendo la testa.
La fuga
Secondo quanto ricostruito ancora, Milella non si sarebbe fermato a soccorrerlo, ma sarebbe subito scappato via. Non si può quindi escludere che il decesso, avvenuto poco dopo, avrebbe potuto essere evitato con un tempestivo soccorso. Agli agenti che sono andati a prenderlo da casa per portarlo in carcere, ha spiegato di essersi spaventato e per questo di essere fuggito.
L’inchiesta
Il sostituto procuratore di turno nella giornata di domenica, Marcello Quercia, ha disposto l’autopsia sul corpo del ragazzo, che avrebbe confermato il decesso per le gravi lesioni cerebrali. Nelle prossime ore, dovrebbe inviare al gip una richiesta di convalida del fermo di polizia giudiziaria. L’udienza sarà quindi fissata a stretto giro, e Francesco Milella comparirà, assistito dai suoi difensori di ufficio, gli avvocati Gianstefano e Giocondino Romanelli, dinanzi al giudice al quale potrebbe scegliere di fornire la sua versione di quanto avvenuto.
I funerali
Le esequie di Giovanni Vittore si terranno questa mattina alle 10, nella chiesa di San Marco al quartiere Japigia, dove abitava con la sua famiglia. Sui social i numerosissimi messaggi addolorati di amici e conoscenti, tutti concordi nel descrivere un ragazzo “per bene”: «Ti ricordo gentile, educato, a volte impacciato, sensibile, col tuo sorriso aperto alla vita», lo descrive Titti. «Figlio di tutti noi… bravo, pulito e tanto amorevole ..», fa eco Simona. Tra meno di due mesi Giovanni avrebbe dovuto partire per arruolarsi nell’Aeronautica militare, dopo aver vinto il concorso.