Continuano le polemiche dopo quanto accaduto nel pomeriggio di venerdì scorso all’ospedale di Nardò, dove una donna incinta ha accompagnato il marito ferito e sanguinante senza trovare nessuno a prestare assistenza. Fortunatamente si trovavano a lavoro tre autisti di Sanitaservice che sono riusciti a prestare i primi soccorsi in attesa dell’arrivo dell’ambulanza da loro stessi chiamata, in quanto nell’ospedale i mezzi erano fuori per delle emergenze.
I parenti del ferito
Il dibattito sta tenendo banco sui media locali e sui social, e ha ricevuto un commento anche dello zio del giovane ferito, poi trasportato immediatamente all’ospedale di Lecce.
Nel comunicare che probabilmente oggi sarà dimesso e che anche la moglie, nonostante lo spavento sta bene, l’uomo ringrazia i soccorritori senza i quali forse la situazione sarebbe finita in tragedia.
«Io vivo fuori in Svizzera – dice lo zio del giovane ferito – ma dispiace dirlo ogni anno non cambia nulla o peggiora la situazione. E la sanità, che è la cosa più importante?».
Gli appelli dei sanitari
Nelle ultime ore l’appello lanciato al presidente Emiliano dall’autista di Sanitaservice Walter Gabellone, che ha prestato i primi soccorsi tamponando con un lenzuolo il petto del giovane, affinchè riveda la situazione del punto di primo intervento lasciandolo aperto h24 nella seconda città più popolosa della zona e che in estate vede aumentare gli abitanti per via delle marine, è stato ripreso anche dall’ex primario del pronto soccorso del Fazzi di Lecce, il neritino Silvano Fracella.
Il punto di primo intervento nel San Giuseppe Sambiasi è aperto solo dalle 7 alle 15. E la guardia medica comincia il proprio servizio alle ore 20. Il medico, ora in pensione, confessa che proprio a causa di questa situazione precaria, riceve personalmente moltissime richieste di aiuto per ferite lievi o gravi. Ribadisce, infine, la necessità di una soluzione a un problema annoso, che non può risolversi soltanto tamponando le emergenze.