«Abbiamo deciso di proclamare il lutto cittadino. Sono stati degli eroi», così il sindaco di Nova Siri Antonello Mele su Giuseppe Lasalata e Antonio Martino, i due vigili fuoco, entrambi 45 anni, morti carbonizzati il 16 luglio mentre spegnevano un vasto incendio che ha ridotto in cenere decine di ettari e macchia mediterranea a Nova Siri. Il primo cittadino era sul posto e racconta quei tragici momenti.
Sindaco quando è arrivato sul posto e che situazione ha trovato?
«Sono arrivato alle 14.45, allertato telefonicamente da un cittadino, preoccupato che il vento potesse portare a una propagazione ampia dell’incendio. Durante il tragitto mi sono reso conto della gravità della situazione e ho chiamato il centro operativo della Protezione civile e ho chiesto subito anche l’intervento da parte dei vigili del fuoco che avevano già ricevuto una telefonata da parte di un cittadino, garantendo che un mezzo sarebbe salita da Policoro, distante una ventina di chilometri dal luogo».
Cosa ha detto al telefono?
«Secondo me non ce la fate con una macchina, mandate qualcun altro, ho detto loro, quindi hanno mandato la seconda macchina. Quando io sono arrivato, dopo dieci minuti è arrivata la prima macchina (autobotte più una panda) con in totale 4 vigili del fuoco. Dopo un quarto d’ora è arrivata la seconda macchina (autobotte e fuoristrada) dove erano Lasalata e Martino»
Ha visto, quindi, le operazioni di spegnimento e la dinamica dell’accaduto?
«Sì, le squadre dei vigili del fuoco hanno iniziato subito a spegnere i bordi delle strade, però la parte più intensa del fuoco non era percorribile con le autobotti, quindi ho chiamato nuovamente il Sor (sala operativa regionale, ndr) e ho chiesto l’intervento di un canadair. Però mi è stato detto che non poteva arrivare subito, così hanno mandato un elicottero. A questo punto mi arriva un’altra telefonata: c’è una famiglia con una persona allettata in un’abitazione nella zona dove si stava estendendo l’incendio. Il problema qual è? non puoi parlare direttamente con i vigili del fuoco perché c’è un coordinamento con il Sor, richiamo quindi il Sor spiegando dove si trovassero le due abitazioni nell’area. A quel punto le squadre si dividono. I ragazzi che hanno perso la vita sono andati verso l’abitazione che in realtà non era abitata. Si trovavano nella parte interna dell’incendio, dove c’era anche un canale di macchia mediterranea, e qui iniziano a fare attività di spegnimento. Il canalone viene spento dal canadair, quando arriva, ed è lì che dopo un’ora abbiamo trovato i corpi di Lasalata e Martino. Li ha trovati un’operatrice del Consorzio di bonifica, intervenuto in assistenza».
Secondo lei cosa è successo?
«Per me, visto che il canalone non era profondo, il primo è caduto, il secondo è andato ad aiutarlo. Perché i corpi erano praticamente l’uno vicino all’altro»
Poteva andare diversamente?
«Difficile dirlo, per come sono andate le cose. Non so come siano potuti finire in quel canale, probabilmente il vento li ha disorientati».
Sulla natura del rogo si avanza l’ipotesi dei piromani, che ne pensa?
«Non mi pronuncio. Le indagini in corso chiariranno tutto».