«Possiamo dire che per la prima volta c’è davvero una fattiva collaborazione fra ex Ilva e Consiglio regionale? Bene ha fatto il collega e presidente della commissione Ambiente, Mazzarano, a convocare tutti i protagonisti, a cominciare da Quaranta, commissario straordinario, nominato solo da poco più di quattro mesi dal Governo Meloni, che oggi ci ha messo la faccia ed è venuto a confrontarsi con noi, politica regionale, e i rappresentanti sindacali». Lo ha affermato il capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale della Puglia a margine delle audizioni in commissione Ambiente.
«Un intervento, quello del commissario, che avrebbe potuto prendere le distanze da decisioni, molte sbagliate (a cominciare dalla vendita a Mittal), di altri Governi che si sono succeduti negli ultimi 12 anni, ma, invece, ho apprezzato la serietà e la competenza con la quale ha affrontato ad ampio raggio tutte le problematiche sulle quali è apparso evidente che ci sono diversi approcci: lo stabilimento inquina ancora, oppure no? Se ci sono posizione e analisi differenti ci convochino tavoli permanenti che mettano insieme le varie parti, ma senza fare populismo sulla pelle dei tarantini», dice Perrini.
«Fatta questa premessa – prosegue -, ritengo che il Governo Meloni abbia fatto una serie di passi importanti, dai quali conseguono azioni e risultati che si stanno ottenendo, specie negli ultimi tempi. Perché sia chiaro: i commissari hanno ereditato una situazione disastrata, come ha più volte sottolineato il ministro Urso, a un passo dal baratro. Di fronte a questa situazione il Governo, pur con tante resistenze e ostacoli posti dall’azionista privato Mittal che era maggioranza in Acciaierie d’Italia, ha deciso con coraggio e determinazione di intraprendere la strada dell’amministrazione straordinaria: di qui il decreto legge di gennaio scorso che, poi, è diventato legge a marzo. Una legge che non ha solo avviato l’azienda verso l’amministrazione straordinaria (che è scattata il 20 febbraio con la nomina dei commissari) – sottolinea il capogruppo di Fratelli d’Italia -, ma ha delineato un percorso per una ripresa e rilancio dell’ex Ilva, perché ha stabilito che il Ministero dell’Economia e Finanze avrebbe erogato un prestito ponte da 320 milioni di euro che si è sbloccato proprio in questi ultimi giorni con il via libera della Commissione europea. In questo senso non possono non essere lette positivamente anche le misure che sono state predisposte perché Mediocredito centrale, attraverso il Fondo di Garanzia, sostenesse il bisogno di liquidità e Sace con due linee di factoring per 220 milioni (di cui 120 dedicate all’indotto) sostenesse i crediti delle aziende prima che l’ex Ilva andasse in amministrazione straordinaria. In questi giorni, infatti, diverse imprese dell’indotto tarantino stanno ricevendo, proprio in relazione all’intervento di Sace sui crediti pregressi, una missiva da parte di Acciaierie d’Italia con la quale viene formulata una proposta pagamento del credito maturato nella misura del 70%. Le imprese interessate (oltre un centinaio) potranno accettare o meno tale offerta. In caso di accettazione, le liquidazioni avranno luogo in tempi relativamente brevi».
Perrini conclude evidenziando che «il governo non solo ha messo l’azienda in amministrazione straordinaria, ma ha fornito anche le risorse per avviare un nuovo percorso perché l’azienda torni sul mercato: il bando dovrà porre dei paletti a cominciare da quello occupazionale, poi quello del Piano industriale che deve guardare alla decarbonizzazione e quindi a una produzione sostenibile e compatibile con l’ambiente, rispettosa dei tarantini e in linea con gli indirizzi strategici dell’Europa».