Il rawdogging in aereo sembra quasi un termine inventato per un reality show estremo, ma in realtà è una pratica molto più meditativa e introspettiva di quanto si possa pensare.
Immagina di essere seduto al tuo posto in aereo, circondato da passeggeri che si immergono nei loro schermi, ascoltano musica o dormono, mentre tu scegli deliberatamente di non fare nulla di tutto ciò. Già, immaginatevi lì, seduti sul vostro comodissimo sedile (comodo, si fa per dire), a fissare il vuoto davanti a voi, con quel piccolo schermo che vi mostra il nulla cosmico intercalato da qualche infografica inutile sulla velocità del vostro aereo. Ma cos’è esattamente il rawdogging? Semplice: è l’arte di non fare assolutamente nulla durante un volo.
Niente film, niente musica, nulla che vi distragga dalla vostra compagnia: voi stessi. Questa pratica, che sta guadagnando popolarità in rete, presenta una sfida che va oltre la semplice resistenza alla noia. È un invito a confrontarsi con il proprio io interiore, in un’epoca in cui i momenti di vero silenzio e solitudine sono rari.
Utenti di TikTok e Instagram condividono le loro esperienze di rawdogging, narrando ore di volo trascorse in completo silenzio, senza alcuna distrazione mediatica. Questi racconti virali non solo attirano l’attenzione, ma sollevano anche interrogativi sul nostro rapporto con la tecnologia e l’iperstimolazione. La psicologa Sandi Mann vede nel rawdogging un’opportunità per la nostra mente di “respirare”.
Nell’era digitale siamo costantemente bombardati da stimoli che possono sopraffare e stancare la nostra capacità di concentrazione e creatività. Mann suggerisce che, privando la mente di stimoli esterni, possiamo liberare un flusso di creatività e introspezione che altrimenti rimarrebbe inaccessibile. Secondo lei, la mente umana ha una propensione naturale alla generazione di nuove idee, soluzioni e connessioni quando viene lasciata a vagare liberamente, un fenomeno che spesso si verifica durante momenti di noia o inattività. «Quando ci prendiamo del tempo lontano dai nostri telefoni, dai nostri computer, dalle nostre routine giornaliere, diamo spazio ai nostri pensieri più profondi», dice la dottoressa.
Affrontare il vuoto senza un’agenda predefinita può suscitare ansia o irrequietezza. Tuttavia, come testimoniato da molti adepti del rawdogging, una volta superata la barriera iniziale, la mente inizia a esplorare territori inesplorati. Si possono ripercorrere vecchi ricordi, elaborare pensieri latenti o semplicemente lasciarsi andare al flusso di coscienza che raramente troviamo il tempo di ascoltare. Daniel Glazer, uno psicologo che ha studiato fenomeni simili, lo paragona a una forma di meditazione forzata.
Senza smartphone o altri dispositivi a distogliere l’attenzione, siamo spinti a confrontarci con noi stessi, le nostre paure e speranze. Questo può essere tanto terapeutico quanto sfidante, offrendo una rara opportunità per un auto-esame profondo che molti evitano nella vita di tutti i giorni. Nonostante i benefici potenziali, è importante approcciare il rawdogging con equilibrio.
Ignorare completamente le necessità fisiche come mangiare o usare il bagno può trasformare l’esperienza da illuminante a insostenibile. È essenziale ascoltare il proprio corpo e fare pause quando necessario, integrando momenti di rawdogging con altre attività più leggere. In conclusione, mentre il mondo accelera, la prossima volta che ti trovi su un aereo, considera di spegnere i tuoi dispositivi (dovresti già farlo) e di dedicarti a questa forma di meditazione moderna. Potresti goderti il raro dono del silenzio. In un mondo dominato dal rumore, trovare la pace in mezzo alle nuvole potrebbe essere proprio ciò di cui hai bisogno e coinvolgere anche il tuo vicino molto rumoroso.
Bentornato,
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