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Il giornalista Acquafredda: «L’assenza del Papa ha segnato la nascita del mio “Menestrello”» – L’INTERVISTA

Abbiamo incontrato uno dei protagonisti della cultura e del giornalismo italiano, il trinitapolese Pietro Acquafredda, figlio del Tavoliere pugliese, da anni stabilito a Roma, fratello del prof. Giuseppe Acquafredda attualmente fiduciario comunale Coni della Bat. Pietro Acquafredda, noto critico musicale e direttore della rivista bimestrale Music@, autore di un’avvincente biografia del maestro italo-anglo-americano: Tony Pappano.…
Pietro Acquafredda è un noto critico musicale italiano

Abbiamo incontrato uno dei protagonisti della cultura e del giornalismo italiano, il trinitapolese Pietro Acquafredda, figlio del Tavoliere pugliese, da anni stabilito a Roma, fratello del prof. Giuseppe Acquafredda attualmente fiduciario comunale Coni della Bat. Pietro Acquafredda, noto critico musicale e direttore della rivista bimestrale Music@, autore di un’avvincente biografia del maestro italo-anglo-americano: Tony Pappano. direttore d’orchestra, Edizioni Skira. Professore di Storia della Musica, musicologo e giornalista ha fondato e diretto le riviste Piano Time, Applausi, Music@. Ha collaborato con Paese Sera, Il Sabato, Il Venerdì, Il Giornale, Il Foglio, Nuova Rivista Musicale Italiana, Istituto per l’Enciclopedia Italiana “Treccani” e Nuova Storia Contemporanea. Attualmente, gestisce il blog musicale “Il menestrello”.

Chi è Pietro Acquafredda, creatore del blog “ Il menestrello”?

«Sono nato a Trinitapoli il 17 novembre del 1945. Dopo gli studi liceali compiuti a Molfetta e Viterbo, mi sono stabilito a Roma, dove ho proseguito gli studi in Musicologia all’Accademia Chigiana di Siena e Canto Gregoriano presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma e al Conservatorio di Bari (Biennio estivo presso l’Abbazia benedettina di Noci); ma anche Teologia presso l’Università del Laterano, conseguendo la Licenza in S. Teologia e Filosofia presso l’Università La Sapienza.
Dall’ 82 al 2013 ho insegnato Storia ed Estetica musicale presso i Conservatori di Roma, Perugia, Firenze e L’Aquila. Ho iniziato l’attività giornalistica, in qualità di critico musicale, nel 1978 collaborando, per un biennio, al quotidiano Paese Sera; successivamente ho collaborato con Il Sabato, Capital, Class, Musica Rock e Altro e Il Venerdì, Time Out, Lo Specchio, Qui Roma e ai mensili Suono e Prima Fila .Negli anni Ottanta ho collaborato a programmi radio-televisivi (Radio Tre e Rai Tre);nello stesso periodo ho scritto numerose voci di argomento musicale per l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana “Treccani”».

Una carriera per Lei di rispetto, ci può raccontare la sua lunga esperienza da critico musicale?

«Con piacere. Parto dal 1983 al 1990, dopo averlo fondato, ho diretto il mensile di musica Piano Time, la più importante ed autorevole rivista di musica degli anni Ottanta; e dal ‘93 al ’95 del mensile Applausi; dal 2001 al 2011 ho collaborato a Il Giornale e, dal 2006 al 2013, ho diretto il bimestrale Music@. Ancora, l’esperienza mi porta nel biennio 1998-99, dove ho curato per il quotidiano Il Foglio una rubrica settimanale intitolata “Aspettando il Giubileo”; e, nel 2000, “Cronache dal giubileo”; e nel 2015: “Paris Expo 1889.Italiens”. Presso Selezione del Reader’s Digest ho pubblicato quattro volumi di divulgazione musicale: “Grandi Voci. Melodie indimenticabili” (1997), “Musica eterna” (1999), “Concerto italiano’” (2000) e “Storia del pianoforte” (2002)».

Infine, il suo grande successo con l’inaugurazione del suo blog nel 2013,di carattere musicale, dal titolo “Il menestrello”, (pietroacquafredda.blogspot.com). Perché l’ha chiamato così “Un Menestrello di nome Pietro”?

«Che inizio fu? Bello o brutto, quel post intitolato “La sedia vuota”, che segnò la nascita del Blog “Il Menestrello”, stava ad indicare che l’assenza vistosa di Papa Francesco ( la sua sedia davanti a tutte le file, rimasta vuota), tre mesi esatti dalla sua elezione, al “Concerto” che ogni anno l’Orchestra della Rai dedicava al Pontefice, e che ebbe luogo nella Sala Nervi, ribattezzata “Aula Paolo VI°”, aveva colpito il giovane menestrello al punto che, con una certa durezza e giovanile intemperanza, non poteva tacere; scrisse che l’ aver disertato quel concerto, in cui veniva eseguita la Sinfonia n.9 di Beethoven, non poteva avere nessuna plausibile ragione. Ciò che fece sapere di quel suo pomeriggio Papa Francesco, avrebbe potuto farlo in qualunque altra ora e giorno; neppure la sua tardiva giustificazione: “il concerto appartiene alle consuetudini di signori e nobili, piuttosto che a quella di un Papa che vuole essere ed è un pastore”, fece cambiare idea al menestrello».

Pietro Acquafredda andrà avanti a scrivere fino a quando sarà possibile. Perché Il Menestrello vuole ancora cantare e cantargliele a chi se lo è meritato, con voce e strumenti, ricordiamo per gli appassionati, che ad oggi il numero dei visitatori è di 876.583

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