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Lecce, un nido pieno di amore e colore: al “Fazzi” è realtà

Un dono per una cura che passa anche dall’anima. Si è svolta ieri la cerimonia di consegna dell’allestimento della sala d’attesa del Nido dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. La donazione è stata fortemente voluta dall’associazione “Cuore e mani aperte Odv” presieduta dal cappellano del presidio ospedaliero, don Gianni Mattia. L’evento Alla cerimonia hanno partecipato Maria…
Tanta emozione tra i sanitari e i volontari “Cuori e mani aperte odv” che ha voluto fortemente l’iniziativa

Un dono per una cura che passa anche dall’anima. Si è svolta ieri la cerimonia di consegna dell’allestimento della sala d’attesa del Nido dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. La donazione è stata fortemente voluta dall’associazione “Cuore e mani aperte Odv” presieduta dal cappellano del presidio ospedaliero, don Gianni Mattia.

L’evento

Alla cerimonia hanno partecipato Maria Nacci, direttrice sanitaria dell’Asl di Lecce, Patrizia Barone, direttrice sanitaria del “Fazzi”, Sonia Cioffi, direttrice amministrativa del presidio ed Enrico Rosati, responsabile dell’unità operativa di Neonatologia Nido Utin.

Don Gianni benedice

«Le sale d’attesa sono sempre cariche di silenzio. Impari a riconoscere chi è lì in attesa di una gioia immensa o al contrario sta aspettando che qualcuno gli dica come rapportarsi con la malattia e l’incertezza della vita», afferma don Gianni. «Ne ho viste tante, di persone ripiegate su se stesse cercando di sopravvivere a quel silenzio assordante che sa lasciare un vuoto nell’anima. Rendere confortevole il luogo dell’attesa significa prendersi cura della persona nella sua completezza, farlo a misura di bambino risveglia sogni e speranze assopite. L’umanizzazione della sala d’attesa del Nido porta nei suoi colori questi valori d’amore sincero: dei puzzle per indicare che la vita è composta da tanti tasselli; gli alieni buffi che fanno sorridere i bambini e che parlano della bellezza delle diversità e per finire il cerbiatto che si affaccia alla vita, protetto dalla sua mamma».

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