Vertice di maggioranza ieri in Regione tra il presidente Michele Emiliano e i consiglieri della coalizione di centrosinistra. Assenti, ovviamente, i rappresentanti del Movimento 5 Stelle, visto che da due mesi sono formalmente all’opposizione.
Il vertice
Tra le decisioni assunte nel corso dell’interlocuzione con la parte politica dell’amministrazione territoriale c’è il via libera alla rotazione dei direttori generali delle Asl. I rappresentanti dei gruppi consiliari hanno dato mandato per rivedere la governance delle aziende sanitarie regionali, partendo proprio dai vertici. È questo l’unico punto affrontato nel corso della riunione in maniera effettiva, mentre restano sullo sfondo le altre due grandi questioni di queste settimane: vale a dire il trattamento di fine mandato per i consiglieri regionali e il rimpasto di giunta dopo l’uscita proprio dei pentastellati e le dimissioni dell’assessore alla sanità, Rocco Palese.
La buonuscita ai consiglieri
Per quanto riguarda il primo problema, esso «aleggia nelle discussioni a margine dei lavori d’Aula perché è iscritto all’ordine del giorno e quindi prima o poi dovrà essere affrontato», filtra dal vertice. Il modo con cui potrebbe essere trovato un punto di caduta è imitare quel che accade in altre Regioni dove il plafond da riscuotere una volta terminato il mandato consiliare viene accantonato nel corso della legislatura per il 25 per cento da parte dello stesso consigliere, mentre il restante 75 è recuperato dalla dotazione dello stesso Consiglio. In pratica, spendendo un quarto si ottiene l’intero.
Il mini-rimpasto
Per quanto riguarda il rimpasto, invece, dopo le indiscrezioni dei giorni scorsi che indicano nel vicepresidente e titolare della delega al Bilancio Raffaele Piemontese il prossimo assessore alla Sanità, resta ancora sospesa la questione pentastellata dove a contendersi la poltrona assessorile sono l’ex titolare del Welfare Rosa Barone e il vicepresidente del Consiglio regionale Cristian Casili. Sembra ormai esclusa la possibilità che a Grazia Di Bari venga restituita la delega alla Cultura, dopo la nomina dell’assessora Viviana Mantrangola. Infine, emerge da ambienti del Partito democratico, non tutti tra i dem farebbero salti di gioia se dovessero rientrare nel partito gli ex Fabiano Amati, Ruggiero Mennea e Sergio Clemente, attualmente in forze ad Azione di Carlo Calenda. Un’ipotesi che, in vista delle elezioni del prossimo anno con la probabile riduzione dei consiglieri da 50 a 40 ridurrebbe le possibilità di rielezione per quanti nel Pd sono rimasti.