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L’Italia spezzata, enorme gap Nord-Sud: «A rischio fondamenta economiche e sociali del Paese»

Mai così distante il nord dal sud dell’Italia: il Paese è spaccato in due, ora più che mai. E’ ciò che viene fuori dall’esame di Demoskopica. Gli indicatori Tassi di occupazione e disoccupazione, reddito familiare, speranza di vita, livelli essenziali di assistenza e di povertà, pil familiare, ebbene sulla base di questi sette indicatori, l'Istituto…

Mai così distante il nord dal sud dell’Italia: il Paese è spaccato in due, ora più che mai. E’ ciò che viene fuori dall’esame di Demoskopica.

Gli indicatori

Tassi di occupazione e disoccupazione, reddito familiare, speranza di vita, livelli essenziali di assistenza e di povertà, pil familiare, ebbene sulla base di questi sette indicatori, l’Istituto Demoskopika fa un esame dell’Italia, misurando la distanza tra le due macro aree del Settentrione e del Mezzogiorno. E il dato è evidente: la forbice si allarga, sempre di più, col passare del tempo. Il periodo peggiore è proprio l’ultimo biennio, il 2022-2023. I risultati dello studio, sintetizzati nell’INDES, l’Indice del divario economico e sociale, fotografano un paese diviso. Mentre, controtendenza è l’indicatore del lavoro, che ha un sussulto di crescita.

Autonomia consapevole

Per Raffaele Rio, presidente di Demoskopica non c’è alcun dubbio: «Bisogna costruire un’autonomia consapevole piuttosto che differenziata o, peggio ancora, gridata. Altrimenti c’è il concreto rischio di una guerra civile psicologica e dell’acuirsi di un devastante scontro ideologico tra Nord e Mezzogiorno del paese». Il presidente traccia la strada, le politiche «economiche e sociali dovrebbero concentrarsi su due aree chiave: da un lato, il miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia dell’azione pubblica, il che implica una riforma della governance degli interventi statali e, dall’altro, è cruciale potenziare l’iniziativa privata riducendo i deficit infrastrutturali nel Mezzogiorno».

Il gap ridotto nel lavoro

Nel lavoro, il gap tra le due Italie si riduce, ma resta alto, il Mezzogiorno è sotto ancora di 5,8 milioni di occupati. Nel 2023, la disoccupazione nel Nord è al 4,6%, contro il 14,0% del Mezzogiorno. Questo miglioramento nel Mezzogiorno è significativo, ma il divario rimane ampio. Anche per questo indicatore, i valori assoluti “smorzano” gli entusiasmi. Basti solo pensare che al Sud nel 2023 i disoccupati sono quasi il doppio di quelli al Nord: oltre un milione a fronte delle 592mila persone in cerca di occupazione, con un divario quantificabile in 433mila individui.

Povertà e reddito

Al Sud quasi 7 milioni di cittadini sono a rischio povertà. In 10 anni +30,4% il divario del reddito familiare tra le due aree del Paese. La speranza di vita al Nord è 83,6 anni contro 82,1 al Sud.

Sanità

Nell’ambito della sanità la frattura cresce in maniera evidente. L’indicatore sanità si riferisce alla valutazione dei LEA, i livelli essenziali di erogazione dei servizi sanitari. Gli investimenti e la qualità dei servizi sanitari sono maggiori nel Nord rispetto al Mezzogiorno. Nel 2022 (ultimo dato disponibile provvisorio), il divario ha raggiunto 68,3 punti rispetto ai 57,2 punti del 2017, indicando una crescente disparità nell’accesso e nella qualità dei servizi sanitari.

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