I lavori agli impianti dell’ex Ilva, apparentemente doverosi per una migliore qualità della produzione, in realtà erano fondamentali per non perdere quote gratuite CO2”, e cioè i certificati ambientali che il Comitato interministeriale avrebbe assegnato gratuitamente. C’è anche questo nell’inchiesta dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria del Comando provinciale di Bari, che mercoledì mattina hanno eseguito un decreto di perquisizione personale, veicolare, locale e ambientale con contestuale sequestro della documentazione ritenuta utile, a carico di 10 persone, tra le quali l’ex ad di Acciaierie d’Italia spa, Lucia Morselli.
L’ipotesi di reato
Sono indagati per truffa ai danni dello Stato Morselli, il suo segretario Carlo Kruger, Sabina Zani di PriceWaterCooper, consulente contabile di AdI, gli ex procuratori speciali dell’azienda Francesco Alterio, Adolfo Buffo, Paolo Fietta e Antonio Mura (quest’ultimo con funzioni di direttore Finanze Tesoreria e Dogane), gli ex direttori di stabilimento Vincenzo Dimastromatteo e Alessandro Labile, e il dipendente Felice Sassi.
L’inchiesta
L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore tarantino Francesco Ciardo, riguarda il funzionamento del Sistema Europeo di Scambio di Quote di Emissione (Eu Ets), istituito dalla Direttiva Ets, che costituisce il principale strumento adottato dall’Unione Europea per ridurre le emissioni di gas a effetto serra nei settori energivori, in base al protocollo di Kyoto. Il sistema si basa sul meccanismo del “cap&trade” che fissa un tetto massimo al livello delle emissioni consentite, permettendo di acquistare e vendere sul mercato i diritti a emettere quote di CO2, nel rispetto del limite stabilito.
Il meccanismo, in sostanza, ha lo scopo di mantenere alti i prezzi dei titoli per disincentivare la domanda, inducendo le imprese a inquinare meno.
Gli escamotage
Secondo quanto ricostruito con il controllo incrociato dei dati e con le intercettazioni, l’intento sarebbe stato quello di emettere meno gas serra, mantenendo inalterata la produzione. Ma, in realtà, secondo l’accusa le certificazioni sarebbero state manipolate. Tra le tante anomalie riportate nelle intercettazioni, le conversazioni inerenti i guasti agli impianti “che provocano una riduzione dei livelli di attività – si legge nel decreto – e conseguentemente una minore assegnazione di quote gratuite CO2”.
In una telefonata, Alessandro Labile evidenzia la necessità di completare i lavori della “doccia 4 (cokerie), perché se si sforasse con i tempi, si metterebbero a rischio le quote gratuite. Il 24 ottobre 2022, Salvatore De Felice dice a Labile «se facciamo il lavoro completo, che finisce il 23 novembre, rischiamo di perdere le quote».
La nota di Acciaierie in As
«Garantiamo naturalmente la massima collaborazione alle autorità competenti per fare luce sull’accaduto. Vale la pena sottolineare che dal momento del suo insediamento, la nuova amministrazione straordinaria ha avviato attività di verifica sui processi aziendali. Questo rappresenta un’ulteriore conferma del cambio di passo positivo intrapreso dalla gestione commissariale per garantire la massima trasparenza e il pieno rispetto delle normative».