Il suo stile di vita è racchiuso nel motto “Mai arrendersi”, e il colonnello Carlo Calcagni è sempre fedele a quel mantra. Ovunque vada a competere riesce ad avere sempre il massimo, e ora ha raggiunto un nuovo record del mondo e altre 3 medaglie d’oro ai campionati nazionali di atletica paralimpica.
Record e medaglie
Oro e record del mondo con 15.06 secondi nella disciplina paralimpica dei 100 t72. Miglior prestazione mondiale di sempre nei 400 metri con 1.02.96 secondi, campione italiano assoluto anche nei 200 metri in 30.08 secondi, con un nuovo record del mondo. L’iron man salentino, che ha incontrato più di 20anni fa un nemico invisibile, l’uranio impoverito, e che convive con patologie croniche e degenerative per una missione di pace nei Balcani, ha stravinto anche stavolta ai nazionali di Brescia. Ogni volta gareggia contro se stesso, andando contro i limiti, testimone dello sport che abbatte le barriere «Il mio stile di vita è racchiuso nel mio “Mai Arrendersi” – afferma – che non è un semplice motto. Significa davvero lottare strenuamente, con le unghie e con i denti, anche quando potrebbe prevalere lo sconforto oppure la tentazione di lasciar andare è forte. Proprio in questi momenti, invece, emergono la grinta, la tenacia e la determinazione che mi contraddistinguono, da sempre. Sono aspetti del mio carattere che la malattia ha solo evidenziato, ma che mi sono sempre appartenuti, sin da quando da ragazzo accompagnavo mio padre e lo aiutavo nel duro lavoro nei campi, pur di poter avere poi il tempo e la possibilità per allenarmi. Il lavoro, i sacrifici, le rinunce hanno sempre fatto parte della mia vita, insieme alla voglia di farcela, per una sorta di riscatto morale e personale».
I mondiali di Kobe
Il colonnello è reduce dai mondiali di Kobe, in Giappone, dove ha conquistato la prima medaglia di sempre nel “Fream running”, la disciplina di corsa con ausilio che permette ad atleti con disabilità e difficoltà di coordinamento e di equilibrio di cimentarsi nella corsa, e recentemente ha conquistato altri otto ori nei campionati del mondo dello sport d’impresa a Catania. Risultati incredibili e nuovi punti di partenza per un uomo e un atleta che non si è mai fermato e mai arreso. «Non amo piangermi addosso – dichiara – non l’ho mai fatto. Sono un Uomo, un figlio, un padre ed un soldato che ha sempre stretto i denti ed ha fatto il proprio dovere con senso di responsabilità. Non mi sono, mai, tirato indietro e mai lo farò, costi quel che costi. Sono abituato a lottare, a vivere con la convinzione che nulla mi sia stato regalato e così cresco anche i miei figli, la vera luce dei miei occhi, la ragione per cui, quando ho la fortuna di rivedere una nuova alba, mi sforzo per dare un senso pieno alle mie giornate. Sono un uomo di parola».
La famiglia
Al suo fianco la sua famiglia, che lo supporta e lo sostiene, anche quando è lontano per le gare. «In questi giorni ho trascurato i miei figli – ammette – Francesca ad esempio ha sostenuto gli orali dell’Esame di Stato senza avermi al suo fianco oppure Andrea sente la mia assenza e mi vorrebbe vivere di più. Il mio senso del dovere mi ha spinto ad essere presente qui a Brescia per onorare un impegno assunto. Ma presto sarò a casa, accanto ai miei figli. Sono proprio loro a darmi la forza e la linfa vitale, quella stessa che io poi trasmetto agli altri, in un cerchio magico di positività, entusiasmo e motivazione condivisi e moltiplicati, nel bene di una vita che si dona ogni giorno. Ecco, il mio “Mai Arrendersi” è anche questo».