È stanco ma felice Vito Leccese, dopo la cavalcata elettorale che lo ha portato a diventare il nuovo sindaco di Bari.
Prime 24 ore dopo il voto, come si sente?
«Sono stanco ma anche molto felice. Sento la grande responsabilità di dover guidare questa comunità. In queste ore ho registrato tanto affetto da parte dei cittadini. Lo stesso che avevo raccolto durante la campagna elettorale, soprattutto in quegli appuntamenti organizzati per la costruzione del programma. Un affetto tramutatosi poi in un larghissimo consenso elettorale».
Adesso che il risultato è stato raggiunto, cosa sarà in discontinuità con Decaro e cosa in continuità?
«Ho sempre detto che per me la continuità non sarebbe mai stata un disvalore. Sono orgoglioso di poter raccogliere il testimone da Antonio Decaro. Ciò che più vorrei riuscire a conservare è il forte legame che ha creato con la città. Poi ognuno ha la sua formazione e la sua sensibilità politica. Io certamente proverò a dare la mia impostazione, partendo per esempio da quelle questioni su cui abbiamo ricevuto maggiori richieste durante la campagna».
Ha già parlato dei primi provvedimenti da realizzare. Ma se dovesse pensare a un atto simbolo prioritario quale sarebbe?
«Abbiamo una gravissima emergenza da fronteggiare che riguarda la casa. Purtroppo la sciagurata decisione del governo Meloni di cancellare il contributo alloggiativo sta causando un enorme disagio socio economico per oltre 2mila famiglie baresi. Dovremo subito fronteggiare questa emergenza usando risorse del bilancio comunale o attingendo dai programmi comunitari».
Ora inizierete a lavorare per la composizione della nuova squadra: quale ruolo avrà l’avvocato Laforgia? Come sono i vostri rapporti?
«Sono stato contento della presenza lunedì di Michele Laforgia. Alla luce della vicinanza e comunanza politica e dell’amicizia ultra trentennale che ci lega, era importante dare seguito a quanto ci eravamo promessi in campagna elettorale. Sia lui che la sua coalizione mi hanno sostenuto lealmente e hanno consentito di stare di nuovo tutti insieme dalla stessa parte. Sicuramente le forze che compongono quella parte della coalizione avranno un ruolo importante. Dobbiamo attendere ora la proclamazione da parte della commissione elettorale centrale. In attesa che sia definita con chiarezza la composizione del consiglio comunale, avvierò, come da intese, una interlocuzione con Laforgia per definire le modalità del confronto al tavolo della coalizione di centrosinistra allargata per discutere del programma e individuare un percorso che ci porti alla costruzione della squadra».
Ci può dare qualche anticipazione sulla giunta?
«Sarà un mix tra competenza, esperienza, professionalità, passione e parità di genere. Un po’ come abbiamo già fatto, con spirito innovativo, portando cinque donne alle presidenze dei municipi».
Come risponde a chi dice che l’apparentamento con Laforgia è una presa in giro per gli elettori? Dalla destra già parlano di minoranza defraudata.
«Stiamo rispettando ciò che è previsto dalla legge. Peraltro anche Adriana Poli Bortone, a Lecce, è stata eletta col sostegno di un’altra forza politica ma senza apparentamento formale. Voglio capire perché questa cosa va bene solo se la fa il centrodestra».
Il blitz della destra per conquistare il comune cavalcando le inchieste è fallito. A settembre si esprimerà la commissione, teme che ci possa essere uno scioglimento?
«L’amministrazione comunale da mesi ha dato piena disponibilità alla commissione d’accesso. Sono stati forniti tutti gli atti e le informazioni richieste. Dopodiché ritengo che il procedimento in corso sia molto complesso e delicato e che, in quanto tale, non debba essere in alcun modo condizionato dalla politica. Una cosa, poi, ci tengo a dirla. Io, che ho vissuto l’amministrazione con incarichi importanti, non ho mai avvertito in questi anni alcun tipo di condizionamento o, peggio, il rischio di infiltrazioni mafiose nei gangli dell’amministrazione comunale. Lasciamo, però, che la commissione svolga serenamente il suo compito».