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Agricoltura, costi e siccità fanno crollare la produzione. E nei campi è boom di cinghiali

Un calo della produzione agricola significativo legato anche all’aumento di costi: è quello che fotografa l’Istat nel report “Economia agricola per l'anno 2023”, che vede una diminuzione della produzione in volume in quasi tutte le regioni, ad eccezione del Nord-Ovest che ha fatto registrare un timido aumento (+2,3%). Il dettaglio A livello di macro-aree, il…

Un calo della produzione agricola significativo legato anche all’aumento di costi: è quello che fotografa l’Istat nel report “Economia agricola per l’anno 2023”, che vede una diminuzione della produzione in volume in quasi tutte le regioni, ad eccezione del Nord-Ovest che ha fatto registrare un timido aumento (+2,3%).

Il dettaglio

A livello di macro-aree, il Nord-est (-3,9%), il Centro (-2,9%), il Sud (-2,8%) e le Isole (-1,2%) hanno subito flessioni più o meno marcate. Se si guarda al valore aggiunto, le differenze si ampliano: il Nord-ovest (+5,5%) ha fatto da traino, mentre il Nord-est (-7,5%), il Centro (-4,6%), il Sud (-2,2%) e le Isole (-1,3%) hanno registrato cali più consistenti.

Per quanto riguarda i costi di produzione (consumi intermedi), si è verificata una diminuzione generalizzata, con cali consistenti in Lombardia (-5%), Piemonte (-4,4%) e Veneto (-3,5%). Aumenti solo per Campania (+3,2%), Puglia (+1,7%) e Valle d’Aosta (+1,6%). L’andamento del settore è stato influenzato da diversi fattori, tra cui le avverse condizioni climatiche, l’aumento dei costi di produzione e l’andamento della domanda internazionale.

Il clima pazzo

A proposito di clima, tra le cause significative del calo, sicuramente un peso importante stanno avendo la siccità e i forti sbalzi termici: caso emblematico è quello dell’apicoltura in Basilicata, con una produzione di miele che in alcuni casi si avvicina allo zero. Coldiretti Basilicata denuncia una situazione drammatica: «L’apicoltura lucana sta affrontando un’altra stagione davvero critica. Tranne alcune eccezioni, i mieli primaverili sono pressoché saltati, con mesi di aprile e maggio devastanti dal punto di vista climatico. Gli ultimi tre anni sono stati devastanti per l’apicoltura – conclude Coldiretti Basilicata – Se questo andamento dovesse proseguire, il mestiere dell’apicoltore potrebbe scomparire per sempre, con la chiusura di aziende già entro la fine dell’anno o il 2025».

I cinghiali

Capitolo a parte i cinghiali che, secondo Coldiretti, causano ogni anno danni per circa 200 milioni alle produzioni agricole ma rappresentano una minaccia anche per la vita dei cittadini con un 2023 che ha registrato 170 incidenti stradali con morti e feriti. In Puglia si stimano almeno 250mila cinghiali, in Basilicata 110mila: gli animali selvatici stanno causando ingenti danni alle colture e i contadini stanno organizzando manifestazioni di piazza.

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