«Non abbiamo registrato la necessaria inversione di tendenza sul tema della pace» ma della prova di accoglienza data dalla Puglia al G7, ilpresidente della provincia di Brindisi e sindaco di Mesagne , Antonio Matarrelli, è soddisfatto.
Lei è stato coinvolto in prima persona dal G7. Che bilancio traccia?
«L’ente Provincia è stato scelto dal Commissario straordinario Soccodato, nominato dal Governo, come soggetto attuatore di una parte cospicua dei lavori infrastrutturali. Siamo quindi stati parte integrante della filiera di responsabilità che ha contribuito alla preparazione del summit. Tutti gli interventi sono stati realizzati secondo gli standard migliori ed entro i tempi previsti: sono particolarmente soddisfatto della prova che hanno dato i nostri ingegneri e tecnici, lavorando pancia a terra fin dal primo momento».
Quale la ricaduta sugli esercizi commerciali e le strutture ricettive dei dintorni?
«L’impatto nel breve è stato potentissimo, abbiamo registrato, pur per un numero limitato di giorni, il pienone. Va, però, considerato anche l’impatto che questo evento di portata straordinaria avrà nel medio e lungo periodo: la nostra terra, una delle più belle d’Italia, forse non sufficientemente conosciuta o valorizzata, è stata proiettata sotto i riflettori del mondo intero. Io stesso ho percepito, partecipandovi direttamente, la sorpresa negli occhi e nei commenti degli invitati esteri».
Crede che l’effetto G7 possa fare da traino al turismo pugliese?
«Sono ragionevolmente fiducioso che una visibilità tanto eclatante produrrà benefici in termini di reputazione e di indotto economico. Attendiamo ma prepariamoci adeguatamente, anche offrendo servizi e qualità all’altezza delle future richieste di mercato».
Ritiene che la prova della regione Puglia in termini di organizzazione sia superata?
«L’esperienza di amministratore mi dice che le prove sull’accoglienza non sono mai superate, si può e si deve migliorare anche quando il bilancio sembra soddisfacente. In questo caso, abbiamo fatto rilevanti passi in avanti ma, con l’ambizione che Brindisi e provincia assumano una maggiore centralità, non possiamo cullarci».
Cosa non ha funzionato a suo avviso?
«Preferisco guardare la parte piena del bicchiere: abbiamo offerto nel complesso una grande prova di organizzazione e non era affatto scontato, considerata l’eccezionalità di un G7 qui da noi».
Cosa poteva andare meglio?
«Se parliamo del tema vero, che è quello del futuro dell’umanità, io stesso, da cittadino del mondo, sono rammaricato. All’indomani del vertice resta l’amaro in bocca per non aver prodotto scelte più nette contro i conflitti».