È stata la parola “aborto” ad animare le polemiche del G7 di Borgo Egnazia. L’esclusione esplicita del vocabolo dalla dichiarazione finale è stata il pretesto per una querelle interna alla politica italiana, ma anche per dichiarazioni da parte di alcuni leader mondiali presenti in Puglia. Già nella notte tra mercoledì e giovedì, prima che i sette grandi si riunissero, era scomparsa dalla bozza del documento la frase “un accesso sicuro ed effettivo all’aborto”.
Le reazioni
Così fin dal mattino la segretaria del Pd, Elly Schlein, alza il tiro affermando che «l’Italia dovrebbe svolgere un ruolo di primo piano, il governo dovrebbe promuovere l’immagine del Paese restituendo a livello internazionale l’autorevolezza che ha sempre avuto. E invece Meloni si presenta davanti agli altri capi di Stato e di governo mettendo in discussione un diritto fondamentale delle donne come quello di scegliere sul proprio corpo. Non ce ne facciamo nulla di una premier donna che non difende i diritti di tutte le altre donne è una vergogna nazionale, chiedano scusa al Paese».
Lo scontro politico
Nel corso della giornata i toni sono stati sempre più alti tanto che il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, è intervenuto per dire che «il presidente Joe Biden parla sempre di diritti umani, lo fa con tutti gli interlocutori e non mi aspetto che sia diverso nei prossimi due giorni». Così come ha fatto sentire la sua voce il presidente francese, Emmanuel Macron: «mi dispiace che non ci sia la parola aborto nel testo finale. Conoscete la posizione della Francia che ha inserito il diritto all’aborto nella Costituzione».
La corsa ai ripari
Mentre dal Governo italiano, pur senza fonti ufficiali, si è tentato di smorzare la polemica ricordando che «non è vero che l’Italia ha tolto aborto dal testo. Infatti vengono reiterati tutti gli impegni presi a Hiroshima», al G7 dello scorso anno, aggiungendo che «nella dichiarazione c’è un esplicito riferimento al testo passato quindi la parola aborto si troverà nella parte richiamata, giusto per non copiare». Ancora più singolare la dichiarazione del ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida che motiva l’esclusione del termine dicendo che «forse a un G7 dove partecipa il Papa non sarebbe stato opportuno», dimenticando che proprio Francesco non si è mai posto grossi limiti sui termini utilizzati.