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Il Rigoletto incanta il Petruzzelli e si tinge con i colori del cinema

Il Rigoletto di John Turturro incanta il Petruzzelli. Oggi sarà in scena, per la prima replica, il dramma di Giuseppe Verdi. La Prima ha strappato applausi a scena aperta per la recitazione e il canto di Giuliana Gianfaldoni (Gilda, la figlia di Rigoletto), così come George Petean (Rigoletto), specie quando implora i cortigiani di restituirgli…
Il Duca di Mantova svela al fido Borsa il suo intento, insidiare una giovane ragazza che da tre giorni vede uscire dal Tempio e che ha già seguito fino a casa. Il Duca non sa che trattasi di Gilda, la figlia di Rigoletto

Il Rigoletto di John Turturro incanta il Petruzzelli. Oggi sarà in scena, per la prima replica, il dramma di Giuseppe Verdi. La Prima ha strappato applausi a scena aperta per la recitazione e il canto di Giuliana Gianfaldoni (Gilda, la figlia di Rigoletto), così come George Petean (Rigoletto), specie quando implora i cortigiani di restituirgli la figlia rapita, chiedendo perdono e pietà.

Turturro regista

Turturro, attore e regista italo americano, madre di origini siciliane e padre di origini pugliesi, evidenzia lo stile minimalista delle scene per risaltare le vite intmine dei protagonisti che possono esprimersi “nel loro pieno potere”. “Come molti, sono un appassionato di musica – racconta Turturro – il suono della musica ci trasporta emotivamente, è una fuga dalla realtà, sogno, articolazione dei sentimenti e verosimilmente una primitiva forma di preghiera. Io sono cresciuto in una casa dov’ero circondato dalla musica. Musica d’ogni tipo. La prima volta che da ragazzo ho aperto il mio cuore e la mia mente alla potenza del teatro, è stato con un musical di Broadway – la produzione originale di Pippin di Bob Fosse. Il mio fratello maggiore Ralph suona la chitarra e il sax e io ho suonato le percussioni per un po’ di anni, anche se avrei dovuto studiare il pianoforte Quando ho scritto e diretto Romance & Cigarettes, ho raccolto in quel film molto di quel mondo e della musica popolare in cui sono cresciuto”.

Scene da cinema

La scenografia si tinge di cinema, con lo scenografo Francesco Frigeri, che non fa mistero di “alcuni momenti in stile cinematografico. “L’opera è ammantata di realismo – spiega il regista – anche nelle scene. Penso ad esempio alla torre pendente dell’osteria di Sparafucile e ai i suoi dettagli e alla materia di cui è fatta che possiede quel tipo di realismo solitamente proprio del cinema”. Rigoletto, maledetto dal conte Ceprano, si renderà conto alla fine dell’opera che, per la sua sete di vendetta, ha fatto uccidere la propria figlia invece che il duca di Mantova di cui la giovane si era invaghita nonostante lui la tradisse. E scoprirà che quel corpo avvolto in un sacco che sta per gettare in un fiume è proprio quello di Gilda che si è sacrificata per amore.

Luci e ombre

Fondamentali nella narrazione sono le luci, il cui disegno è affidato ad Alessandro Carletti, e le coreografie di Giuseppe Bonanno che accompagnano i momenti salienti dell’opera in cui le voci del coro e l’orchestra del Petruzzelli, guidati dalla bacchetta verdiana di Renato Palumbo, ‘danzano’ con il cast del Rigoletto in un’armonia che tiene insieme canto, scene, recitazione e costumi. Questi ultimi, curati da Marco Piemontese, caratterizzano a tinte forti i personaggi. L’unico colore che appare sempre in primo piano è il rosso che fa il suo ingresso improvviso quando Monterone lancia la sua maledizione, rosso che non a caso viene indossato anche dai due responsabili della morte di Gilda, Maddalena e Sparafucile. I fiori rossi sul vestito di Gilda diventano via via più grandi, man mano che la fanciulla si avvicina al fatale incontro con il suo tragico destino.“Luce e oscurità guidano il pubblico verso il finale. – specifica Turturro – Avvolto dalla nebbia nella prima scena che si ispira al gobbo di Novecento di Bertolucci, Rigoletto finirà sotto la luce abbagliante e rivelatrice di un fulmine che lo farà piombare ancora, e per sempre, nelle tenebre del rimorso. Quello di non aver salvato l’amata Gilda che era tutta la sua famiglia”.

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