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Nanoparticelle green per curare le infiammazioni: lo studio dell’UniSalento

Arriva dall’Università del Salento uno studio innovativo per curare le infiammazioni senza provocare tossicità. Appena pubblicato sulla prestigiosa rivista NanoToday, lo studio, coordinato dalla professoressa Rosaria Rinaldi, docente del dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università del Salento, ha consentito di sviluppare, attraverso tecniche di chimica verde, nanoparticelle di oro “multishapped” rivestite da una fitta rete…

Arriva dall’Università del Salento uno studio innovativo per curare le infiammazioni senza provocare tossicità. Appena pubblicato sulla prestigiosa rivista NanoToday, lo studio, coordinato dalla professoressa Rosaria Rinaldi, docente del dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università del Salento, ha consentito di sviluppare, attraverso tecniche di chimica verde, nanoparticelle di oro “multishapped” rivestite da una fitta rete di polifenoli, utilizzando estratti di alloro.

Lo studio

Queste strutture si sono dimostrate molto più efficaci nella cura delle infiammazioni in cellule dendritiche, estratte dal midollo osseo murino, rispetto alla somministrazione di polifenoli liberi. Uno dei progressi più significativi nelle applicazioni nel campo della nanomedicina riguarda lo sviluppo di nanomateriali capaci di supportare e amplificare l’effetto biologico di farmaci e nutraceutici. Numerosi studi in questo ambito si concentrano sulla possibilità di modulare la risposta immunitaria attraverso l’impiego di nanomateriali biocompatibili e multifunzionali.

Il commento degli studiosi

«Abbiamo verificato che queste nanostrutture di oro, aventi delle proprietà chimico-fisiche uniche, si comportano come vettori che stabilizzano i polifenoli rendendole degli strumenti utilissimi nella soppressione dell’infiammazione senza indurre tossicità. Fino ad ora l’utilizzo di polifenoli contro l’infiammazione è stato sempre limitato dalla loro brevissima emivita. Con queste strutture ibride di oro e polifenoli, riusciamo a sopprimere l’infiammazione poiché rimangono stabili nell’organismo ed espletano il loro effetto in maniera più lenta ed efficace. Questo è molto importante perché i processi infiammatori tendono a generare patologie più o meno gravi», spiega la dottoressa Valeria De Matteis, membro del team di ricerca. «Queste nanoparticelle d’oro sono in grado di modulare l’infiammazione anche attraverso un’alterazione dell’elasticità della membrana cellulare, verificata mediante l’utilizzo della microscopia a forza atomica», aggiunge la dottoressa Mariafrancesca Cascione, anche lei membro del team di ricerca.

L’uso nei farmaci

«I risultati sono altamente incoraggianti e, se confermati in vivo, potrebbero supportare l’uso traslazionale di queste nanoparticelle come coadiuvante di farmaci contro le sindromi infiammatorie croniche, in particolare le malattie infiammatorie intestinali (Ibd). Inoltre, le metodologie sviluppate in questo studio dimostrano come gli studi multidisciplinari basati su tecniche di indagine delle proprietà morfologiche e fisico-chimiche delle nanoparticelle e gli studi biochimici, accoppiati alla valutazione delle proprietà morfomeccaniche di cellule e tessuti, sono fondamentali per progredire nel campo. In particolare, l’utilizzo del nuovo microscopio Holo Tem del laboratorio “Bio Open Lab – Ceric Eric”, acquisito con fondi Pon, è stato di fondamentale importanza per lo sviluppo e lo studio dei nanosistemi utilizzati», conclude la professoressa Rinaldi.

Le prospettive

Il gruppo di ricerca ha intenzione di continuare a studiare le potenzialità dei nanomateriali green sviluppati per applicarli ad altri modelli dove l’infiammazione gioca un ruolo fondamentale, come per esempio i processi di aging.

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