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Vieste, stranieri in cucina e commenti razzisti: il ristoratore mette alla porta i clienti

La vicenda è destinata ad animare il dibattito cittadino alla vigilia della stagione estiva che si preannuncia con importanti numeri turistici in presenze e arrivi, ma è anche un modo per sottolineare che Vieste non è una città razzista. «Da noi sono sempre più i lavoratori stranieri che vengono a vivere in città e che…

La vicenda è destinata ad animare il dibattito cittadino alla vigilia della stagione estiva che si preannuncia con importanti numeri turistici in presenze e arrivi, ma è anche un modo per sottolineare che Vieste non è una città razzista.

«Da noi sono sempre più i lavoratori stranieri che vengono a vivere in città e che sono ben integrati con la realtà sociale ed economica della comunità viestana», afferma il sindaco Giuseppe Nobiletti che archivia con un «è assurdo che nel 2024 succedano ancora queste cose» l’episodio di razzismo raccontato da un noto ristoratore di Vieste.

La vicenda è quella raccontata qualche giorno fa, sul proprio profilo facebook, da Michele Lanave, titolare del ristorante “Vecchia Vieste”. «Nel 2024 sentirmi dire una cosa del genere è inconcepibile: non venire più nel mio ristorante perché ho due ragazzi di colore, è vergognoso», scrive Lanave che prosegue: «Sono due essere umani come noi, molto meglio di tanta gente che conosco, sia di educazione, pulizia, rispetto umano e hanno una marcia in più e parlano molto bene anche l’inglese, a differenza nostra».

Il riferimento è ai due dipendenti stagionali, provenienti dalla Nigeria, che Lanave ha assunto nella sua cucina e che hanno causato la “protesta” di un abituale cliente del ristorante, messo prontamente alla porta dal titolare. «Che peccato, non riconosco più i valori umani e pensare che noi italiani, aprlo per sentito dire perché non ho vissuto quel periodo, quando siamo stati in Germania come siamo stati trattati?».

L’episodio raccontato dal ristoratore viestano ha suscitato una serie di commenti di condanna da parte di molti cittadini, come Paolo che scrive «Michele erano due imbecilli, meglio perderli, ne guadagni mille». Resta tutta l’amarezza per tanta ignoranza.

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