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Assunzioni a rischio nella sanità pugliese: l’Aress finisce nel mirino del Governo

Rischiano di slittare a chissà quando i piani assunzionali della sanità pugliese appena sfornati dalla giunta regionale: un reclutamento straordinario per il 2024 ed il 2025 da oltre 3.500 unità di personale fra medici, infermieri, operatori sociosanitari e altre figure professionali per una spesa stanziata di 127 milioni di euro. Di traverso, però, si sono…

Rischiano di slittare a chissà quando i piani assunzionali della sanità pugliese appena sfornati dalla giunta regionale: un reclutamento straordinario per il 2024 ed il 2025 da oltre 3.500 unità di personale fra medici, infermieri, operatori sociosanitari e altre figure professionali per una spesa stanziata di 127 milioni di euro.

Di traverso, però, si sono inserite le osservazioni di incostituzionalità per la legge pugliese numero 16 approvata il 9 aprile scorso che ha per oggetto l’affidamento di nuove funzioni all’Aress, l’agenzia sanitaria pugliese: un organismo tecnico-operativo, un “pensatoio” per intenderci, che in passato s’è occupato di telemedicina, progetti e sperimentazioni innovative in campo sanitario.

In base alla norma osservata, invece, l’Aress ha ricevuto compiti ben più gravosi, in primis proprio la gestione e il reclutamento del personale sanitario, compresi i concorsi. E proprio su queste nuove competenze si sono concentrati i rilievi di ben tre Ministeri che hanno evidenziato all’ufficio legislativo del “parlamentino” pugliese una sfilza di “errori da matita blu”.

I concorsi in materia di sanità non possono essere affidati ad un’agenzia strumentale della Regione Puglia non inserita nel sistema sanitario nazionale. Né è possibile attribuire a una sola azienda sanitaria, sulle dieci in funzione, la gestione centralizzata delle procedure concorsuali. La legge pugliese, in pratica, violerebbe ben tre decreti statali in materia emanati nel 1992 e nel 2001 aggirando la cornice statale sui concorsi in sanità.

Nell’elenco delle criticità ci sono anche altri articoli della legge sull’Aress a cui il Consiglio regionale ha affidato la gestione dei permessi per l’accreditamento e l’autorizzazione all’esercizio per Rsa e centri sanitari pubblici e privati. Anche queste attività incompatibili con le finalità di un’agenzia regionale.

La Puglia, dal canto suo, ha avviato un negoziato con i tre Ministeri assicurando correzioni immediate al testo. Ma dopo un primo tavolo di concertazione, aperto il 23 maggio fra Roma e la Regione, le comunicazioni si sono bruscamente interrotte lasciando presagire scenari non proprio positivi. Che succederà nei prossimi giorni quando l’Aress (peraltro sprovvista al momento di uomini e mezzi per farlo) o una singola Asl dovranno attivare le procedure concorsuali sbloccate qualche giorno fa dalla giunta regionale? Nessuno sa dirlo anche perché c’è il rischio di pubblicare i bandi e di vederseli poi annullare fra qualche mese nel caso di definitiva impugnazione del governo centrale prima e successiva declaratoria di incostituzionalità della legge sull’Aress da parte della Consulta.

Il tutto con due scadenze da rispettare: il prossimo primo luglio e il primo gennaio 2025, date indicate nella delibera dei piani assunzionali, con due contingenti di personale da assumere direttamente dalle graduatorie.

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