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Xylella, oltre 30 associazioni scrivono alla Commissione d’inchiesta: «Si convochi un tavolo tecnico»

La “questione Xylella Fastidiosa” ha avuto un impatto devastante in ogni angolo della Puglia, colpendo duramente il settore olivicolo, turistico ed economico, causando anche la svalutazione dei terreni. Le conseguenze negative si sono estese al paesaggio e alla società, generando momenti di tensione e conflitti diffusi. Oltre 30 associazioni e comitati del territorio pugliese, hanno…

La “questione Xylella Fastidiosa” ha avuto un impatto devastante in ogni angolo della Puglia, colpendo duramente il settore olivicolo, turistico ed economico, causando anche la svalutazione dei terreni. Le conseguenze negative si sono estese al paesaggio e alla società, generando momenti di tensione e conflitti diffusi. Oltre 30 associazioni e comitati del territorio pugliese, hanno sottoscritto un documento, inviato tramite pec, alla Presidenza e ai membri della ‘Commissione di Indagine per accertare eventuali responsabilità amministrative nell’attività di contenimento della Xylella Fastidiosa’ e alla Presidenza del Consiglio Regionale Puglia – XI Legislatura. In questo documento si richiede di essere auditi presso la Commissione insieme agli autori della citata pubblicazione e di convocare un Consiglio monotematico sull’argomento con la partecipazione degli interessati.

«Questa problematica è ormai ben oltre l’aspetto fitopatologico – affermano le associazioni – trasformandosi in un pretesto per una ‘rivoluzione’ paesaggistica ed agronomica imposta dalla legge. È questa linea istituzionale che sta causando tensioni sociali in tutta la regione quando si affronta l’argomento Xylella».

Le richieste mosse partono da una ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica “Journal of Phytopathology“, firmata dal batteriologo del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea), dottor Marco Scortichini, e dalla geografa dell’Università degli Studi di Foggia, prof.ssa Margherita Ciervo, nella quale si studiano i dati decennali dei monitoraggi ufficiali. Ne è scaturita un’analisi che solleva alcuni interrogativi su quanto effettivamente si sta mettendo in pratica per debellare il fenomeno.

«Basandosi su questi dati – scrivono le associazioni – e su modelli epidemiologici che dimostrano il ruolo trascurabile degli olivi asintomatici nella diffusione del disseccamento rapido, si propone di eliminare la regola che richiede lo sradicamento di tutte le piante di olivo nel raggio di 50 metri da un albero positivo a Xylella fastidiosa».

Gli elementi che più fanno riflettere sono una bassissima incidenza degli olivi positivi a Xylella nelle diverse zone delimitate negli ultimi 3 anni, anche nella zona infetta, un eccessivo numero di olivi sani, molti dei quali monumentali, abbattuti secondo la regola dei “50 metri di raggio” nonostante i bassi tassi di incidenza del batterio, la mancanza di correlazione tra la presenza di Xylella e il disseccamento degli olivi, la conferma dell’irrilevanza epidemiologica degli alberi asintomatici nella diffusione del batterio.

«Come portatori di interessi collettivi, riteniamo che ogni istituzione preposta alla gestione e risoluzione dei problemi legati a Xylella Fastidiosa e Co.Di.R.o. debba cercare un dialogo inclusivo con tutti i soggetti coinvolti. L’obiettivo comune è il bene collettivo, la tutela delle nostre tradizioni culturali e del paesaggio. Siamo fiduciosi che le istituzioni regionali accoglieranno questo invito al dialogo e alla collaborazione, superando reticenze e barriere ideologiche per il bene della nostra amata regione».

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