Certo populismo può andare bene per le piazze, meno se si mette in discussione la serietà di un servizio e la pluriennale professionalità di un’azienda. Che sugli esiti della gara regionale del servizio di ristorazione, per i ricoverati di tutti gli ospedali e strutture di degenza della Puglia, qualcuno abbia ingoiato bocconi amari pare acclarato, ma che due parlamentari della repubblica italiana e un rappresentante del Mezzogiorno all’europarlamento di Strasburgo si lascino trasportare dal vociare di informazioni non verificate, appare preoccupante e fa comprendere che se si vanno a rompere determinati equilibri – promuovendo un servizio più efficace, più moderno e a maggiore beneficio dell’utenza – qualcuno cerca sempre di mettersi di traverso, trovando la grancassa di media che rimbalzano la notizia senza verifica.
Serve chiarire: in Capitanata a nessun utente verranno serviti pasti surgelati né tantomeno preparati il giorno prima. Quello che la ditta Ladisa sta costruendo in Provincia di Foggia è un sistema incentrato sul “legame fresco-caldo”, con la cottura dei cibi che non sarà solo nel moderno centro che si sta realizzando alle porte della città capoluogo, ma che potrà contare anche sui centri cottura di Cerignola, Lucera e San Severo.
Praticamente una rete che consentirà di soddisfare le richieste giornaliere dell’utenza, raccolte dalle “rivelatrici” nei reparti e trasmesse alle cucine che provvederanno alla cottura del pasto. Tutto questo senza incidere sul numero dei dipendenti, al contrario di quanto qualcuno sta facendo credere, trovando sponda nei tre parlamentari dei Cinque Stelle.
Si comprende che l’iniziativa sia partita da San Severo – dove Ladisa ha attivato un centro cottura in uno dei quartieri più difficili, promuovendo anche politiche di contrasto al degrado e di antimafia sociale – dov’è in corso un’agguerrita campagna elettorale, ma fare politica sulla pelle dei lavoratori e sulla onorabilità professionale di un’azienda non è un buon servizio alla comunità che si vorrebbe governare.