Carenze nell’educazione, assenza dei genitori che «al mattino corrono a lavorare e lasciano i figli a cavarsela da soli». Ma anche un disvalore «del proprio corpo, causato dall’accelerazione delle tecnologie». È la ricetta esplosiva che, secondo Antonello Taranto (a lungo direttore del Dipartimento delle Dipendenze Patologiche di Bari, psichiatra e scrittore), genera devianze giovanili.
Cosa succede ai più giovani?
«Ci sono delle carenze che bisognerebbe intercettare prima, e dobbiamo toglierci dalla testa che le droghe siano la causa del male, sono solo lo strumento del male».
Che vuole dire?
«Il problema è innanzitutto la scarsa attenzione che ricevono in famiglia, anche quando sono di livello sociale medio, se i genitori lavorano, chi va a destra chi va a sinistra, i figli vengono lasciati soli».
C’è altro?
«Il secondo elemento è che il processo di formazione della personalità viene influenzato più dalle tecnologie e dagli studi moderni che dall’educazione familiare e scolastica: l’idea del valore del corpo, chi la coltiva più? E l’idea del valore della verginità, non come elemento di sicurezza del matrimonio ma come rispetto del proprio corpo? Non vengono più curati certi valori».
E questo cosa comporta?
«Che di conseguenza ragazze carine, procaci, in un mondo pieno di stimoli che ben conosciamo, se metti insieme questo cocktail, il ragazzino che ha voglia di fare le sue esperienze sessuali trova una scorciatoia in alcol e canna, sostanze che facilitano le relazioni, senza la nascita di un sentimento. Questo è quello che succede spessissimo».
E poi ci sono i soldi.
«Alcune ragazze investono molto nel valore finanziario, perché per seguire le mode servono tanti soldi, e lì interviene la droga come facilitatore di queste relazioni».
In che modo?
«Anche se la ragazzina non ha coltivato i valori della dignità e della riservatezza del proprio corpo, comunque prova un po’ di ribrezzo, di imbarazzo e per raggiungere l’obiettivo di avere quei soldi, si aiuta con una canna o la ghb, una droga entactogena, che facilita il contatto, come relazione sociale. Vale sia per i maschi che cercano il coraggio che per le femmine che ormai sono come i maschi, non c’è più identificazione nei ruoli di genere. In questo contesto, se si ha la sfortuna di essere carine e incontrare persone spregiudicate, il gioco è molto semplice.
Le responsabilità dei clienti?
«Il male è quello, il mondo adulto già di per sé è privo di valori, gli sporcaccioni ci sono sempre stati ma oggi non è possibile immaginare che un uomo adulto e facoltoso abbia bisogno di pagare per andare con ragazzine, c’è perversione sociale».
Un consiglio per i genitori.
«Io rischio il linciaggio, ma rimango sempre dell’idea che ‘mazza e panella’ fanno i figli belli, dove le mazze non sono violenza gratuita e fine a se stessa, è la severità del “prima il dovere e poi il piacere”. E la panella dovrebbero essere i gesti dolci e affettuosi di distacco progressivo dei figli, in base al livello di maturità raggiunto. Dovere del genitore non è dare schiaffi ma capire quando è il momento per iniziare a muoversi nel mondo, non c’è un’età precisa ma una valutazione di volta in volta, noi oggi inseguiamo miti diversi, a 15 anni li mandiamo già per un anno all’estero. Quelli che sono portatori di valori propri se la cavano, quelli ancora in fase di formazione come fanno a gestire modalità nuove di orientamento nel mondo?».