«Sono state ore di apprensione e confusione ma grazie alla solidarietà dei brasiliani e all’aiuto del console Valerio Caruso, siamo riusciti a metterci in salvo». Comincia così il racconto di Antonio Pantaleo, professore dell’Università di Bari, che ha vissuto «il dramma dell’inondazione a Porto Alegre», in Brasile.
All’Ansa, il docente barese, distaccato presso la Commissione europea a Bruxelles dove si occupa di tecnologie per i cambiamenti climatici, spiega che «quella a cui assistiamo è una tragedia che poteva essere prevista e gestita meglio. Un rapporto dell’università di Porto Alegre aveva avvertito del pericolo».
Il viaggio del professor Pantaleo è cominciato il 2 maggio scorso: «Arrivati a Porto ci siamo spostati al Novotel dopo aver capito che arrivare a Gramado sarebbe stato impossibile. Viaggiavo con la mia compagna Isabella e nostra figlia di 20 mesi – racconta -. Eravamo riusciti a trovare un volo per tornare a Vitoria, il venerdì mattina, ma col passare delle ore la situazione è andata peggiorando ed hanno chiuso l’aeroporto. Anche nell’albergo l’acqua è salita costantemente, fino ad un metro. Nel frattempo ci eravamo spostati ai piani alti, nella speranza di trovare una soluzione. Temevamo di restare bloccati per giorni. Siamo riusciti a metterci in salvo grazie a un brasiliano, discendente di veneti, che ci ha aiutati a trovare un’imbarcazione di fortuna – evidenzia l’accademico -. Mentre attraversavamo le strade inondate, altre barche ci sfrecciavano vicino, e abbiamo rischiato più volte di finire in acqua. Siamo scesi vicino a un’autostrada, dove siamo stati aiutati da un poliziotto che ci ha accompagnati a Osorio, una cittadina a nord dello stato e da lì, grazie al console Caruso, siamo riusciti a trovare un transfer per arrivare a Florianopolis e successivamente a rientrare in Europa. Siamo scampati a una tragedia che forse poteva essere evitata, evacuando con maggiore prontezza le aree a rischio di inondazione», conclude il professore, luminare della tecnologia verde a Bruxelles.