Si sono presentati sul palco allestito a parco 2 Giugno, una lista alla volta, i candidati che correranno al fianco di Michele Laforgia per le comunali di Bari dell’8 e 9 giugno.
Si sono alternate sul palco le liste Bari Bene Comune, lista che accoglie diverse sensibilità politiche, il mondo del volontariato e le diverse aree politico culturali che fanno riferimento alla coalizione; Bari città d’Europa che raccorda il Partito Socialista Italiano e + Europa; Generazione urbana composta da ragazze e ragazzi under 35; Laforgia sindaco, che raccoglie il mondo delle professioni, della società civile, di tutti quei cittadini che hanno scelto di mettersi a disposizione della politica per portare le loro competenze e professionalità; Movimento 5 stelle e Partito comunista italiano.
È poi salito sul palco il candidato sindaco Michele Laforgia, introdotto dal fratello, il pediatra Nicola.
«Le persone che decidono di mettersi in gioco sono già impegnate nella vita, nel lavoro e nella società. Nessuno si preoccupa quando perfetti sconosciuti nella nostra città decidono di scendere in politica senza aver mai parlato in pubblico ed esprimere una posizione e poi si trovano con 3mila preferenze», ha affermato Laforgia. «Il cambiamento di cui abbiamo bisogno – ha aggiunto – inizia prima del voto e dalla scelta di centinaia di persone già impegnate nel mondo delle professioni, della sanità e delle imprese, tutte con uno scopo comune: mettersi al servizio della buona politica, mettersi al servizio degli altri».
Riferendosi ancora ai candidati nelle liste che lo sostengono, Laforgia ha detto: «Li avete visti qui sul palco i movimenti e i partiti di sinistra che in questi anni hanno animato la scena pubblica a Bari. Stanno tutti da questa parte e non per caso. Sta da questa parte anche chi si è allontanato per anni dalla politica attiva e a volte anche dal voto». Il candidato sindaco ha poi ribadito che «abbiamo bisogno di cambiamento. E non possiamo pensare di porre fine a un governo di centrosinistra buttandoci nelle mani di un governo di destra che porta un candidato leghista che non dice di esserlo, uno che incontra Vannacci al chiuso degli alberghi e poi pretende di darci lezioni di moralità».