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Sanitaservice, verso lo sciopero in Puglia: sindacati all’attacco per il premio Covid

Pronti allo sciopero, sono i lavoratori che, lunedì scorso, attendevano risposte dal Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Chiedono il pagamento premio covid dell’anno 2020 e il potenziamento degli organici per il personale delle Sanitaservice. Non solo, sollecitano l’applicazione della Delibera di Giunta Regionale n.1490/2022 per il personale dei Centri di Riabilitazione. Lunedì la protesta…

Pronti allo sciopero, sono i lavoratori che, lunedì scorso, attendevano risposte dal Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Chiedono il pagamento premio covid dell’anno 2020 e il potenziamento degli organici per il personale delle Sanitaservice. Non solo, sollecitano l’applicazione della Delibera di Giunta Regionale n.1490/2022 per il personale dei Centri di Riabilitazione.

Lunedì la protesta davanti alla sede della Regione non ha portato ad alcun risultato.

«Una grande occasione, dunque, è stata persa da questa Amministrazione Regionale e dallo stesso Presidente Michele Emiliano – dichiara Luigi Lonigro, Segretario Generale della FP CGIL Puglia – per soddisfare il legittimo diritto di questi lavoratori a percepire lo stesso trattamento economico che è stata riservato a tutti gli altri lavoratori che nel periodo 15 marzo – 15 maggio 2020 hanno assicurato il buon funzionamento delle strutture sanitarie pubbliche per contrastare l’emergenza pandemica nella fase più acuta della pandemia, quando la maggioranza dei lavoratori e dei cittadini erano costretti a restare a casa per evitare il diffondersi dei contagi e questi operatori, molto spesso senza dispositivi di protezione, erano quotidianamente in servizio per garantire quelle prestazioni necessarie a rendere fruibili gli ambienti di lavoro per l’assistenza sanitaria. Ma ce ne siamo dimenticati».

Per la Cgil è inaccettabile «che si possa speculare su questi lavoratori, gli unici (insieme ai volontari delle postazioni del servizio 118) che ad oggi non hanno ancora percepito quanto maturato e ai quali si vuole riservare un beneficio economico praticamente dimezzato. Noi non tollereremo mai che si consumi una discriminazione nei confronti di questi lavoratori, – riprende Gigia Bucci, Segretaria Generale della CGIL Puglia – perché hanno lavorato gomito a gomito con i colleghi della sanità pubblica e con i medici del servizio 118, sopportando le stesse condizioni di disagio e di rischio, per cui meritano di essere trattati in egual misura, facendo valere il principio “al pari rischio deve corrispondere una pari premialità».

E sul fabbisogno delle Sanitaservice, Lonigro e Bucci ribadiscono la necessità di aprire da subito un confronto sugli organici delle società, che vada oltre la DGR approvata lo scorso 22 aprile, perché vanno potenziati e resi congrui rispetto a tutte le attività loro assegnate, si va dalla pulizia, al portierato, ai sevizi cup, al trasporto e al servizio 118. Si ha la necessità di attivare nuove assunzioni ma anche di trasformare i tanti rapporti di lavoro part time in rapporti full time.

Altro capitolo, ma non meno importante è quello dei centri di riabilitazione. Per la Cgil si registra un comportamento veramente inammissibile, perchè grazie al DGR n.1490 che introduceva tra i requisiti di accreditamento l’obbligo di applicare il CCNL Aiop sanità privata, che in pratica riusciva a trattenere così in servizio un segmento importante dell’assistenza attraverso l’applicazione di un CCNL più consono alle prestazioni lavorative richieste e svolte, per poi constatare, a distanza di quasi 18 mesi dalla sua approvazione, secondo il sindacato, una totale incapacità nel dare seguito ad un atto deliberativo approvato già da tempo, determinando anche la violazione di una norma che stabilisce inequivocabilmente la necessità di possedere tale requisito per poter continuare a svolgere l’attività, visto che rientra tra i requisiti per essere accreditati. Intanto il sindacato che prima era stato convocato per un confronto il prossimo 13 maggio si è poi visto sbattere la porta in faccia e rimandare l’incontro.

Oggi non hanno dubbi e sono pronti a proclamare insieme agli operatori sociosanitari un giorno di sciopero.

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