Priorità all’ambiente e alla decarbonizzazione senza dimenticare la questione dei crediti lasciati dalla gestione commissariata di Acciaierie d’Italia. Questo il contenuto dell’incontro tenuto ieri tra le imprese di Confindustria e i commissari dell’amministrazione straordinaria che ora gestisce il siderurgico ex Ilva, Giovanni Fiori, Giancarlo Quaranta e Davide Tabarelli.
«È stato un confronto improntato sulla chiarezza – dicono i vertici di Confindustria Taranto – i commissari hanno ridadito la priorità della tutela ambientale. Circa il processo di decarbonizzazione è la stessa Commissione Europea, attraverso scadenze e precisi adempimenti, ad orientare le imprese del settore verso l’adozione di processi alternativi a quelli tradizionali e che richiederanno un importante impegno finanziario».
La discussione è passata alla questione dei crediti. I commissari, alle prese con una mole di istanze da aziende fornitrici, hanno chiesto lealtà e trasparenza, auspicando in tal modo una più celere chiusura delle già complesse procedure in atto.
I commissari di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria hanno garantito che In tempi brevi si procederà al pagamento dei crediti pregressi per le aziende che avranno l’approvazione da parte di Sace, che rientrano nel provvedimento normativo e che dimostrano di essere strategiche e bancabili. Sace è il gruppo assicurativo finanziario italiano specializzato nel sostegno alle imprese e al tessuto economico nazionale che ha deliberato due linee di factoring, una delle quali riguardante il sostegno alla filiera di fornitori di Acciaierie d’Italia per un importo fino a 120 milioni di euro.
Nel confermare la regolare corresponsione dei pagamenti alle imprese fornitrici per le commesse in corso, i commissari si sono poi soffermati sulle prospettive dello stabilimento siderurgico, ribadendo il loro impegno e quello del governo nel ricercare un gruppo imprenditoriale affidabile e intenzionato a collaborare con il territorio e con il suo tessuto imprenditoriale. Poi, l’auspicio di una condivisione necessaria con la città e i suoi interlocutori istituzionali di tutto quello che sarà l’iter, d’ora in poi, che porterà alla trasformazione dello stabilimento.
«A Taranto – ha sottolineato l’ingegner Quaranta – ci sarà una piccola rivoluzione industriale perché si candida ad essere il sito a livello nazionale dove si avvia un cambiamento del processo produttivo dell’acciaio. Taranto rimarrà l’unico sito che consentirà al sistema paese di produrre acciaio non da rottame, quindi pregiato per alcuni settori produttivi importanti come l’auto e la cantieristica navale. La scommessa sarà quella di utilizzare forni elettrici alimentati, grazie alle nuove tecnologie, da minerale ma con procedure e caratteristiche diverse rispetto a quelle finora adottate. Un salto tecnologico che ci consentirà di produrre acciaio di qualità e che cercheremo di riportare con estrema chiarezza a tutti gli stakeholders e all’intera comunità».