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Le misure di sostegno al Meridione siano continue

L’annuncio recente del governo di interrompere la decontribuzione al Sud dopo il 30 giugno 2024 segna una svolta decisiva per il futuro economico del Mezzogiorno.

Questa misura, che ha offerto fino a oggi un’esenzione progressiva della contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro – dal 30% fino al 2025, al 20% per il biennio 2026-2027 e infine al 10% per gli anni 2028-2029 – ha rappresentato un sostegno vitale per l’impresa e l’occupazione nelle regioni meridionali più svantaggiate. In mancanza di una continuità, dal primo luglio 2024, le imprese del Sud si troverebbero a fronteggiare un aumento del 30% nel costo del lavoro, un onere inaccettabile che minaccerebbe seriamente la stabilità economica della regione.

Il governo ha affermato che, in assenza di un accordo di estensione con l’Unione europea, questo sostegno cesserebbe, lasciando un vuoto immediato e preoccupante. Allo stesso tempo, si discute di un nuovo inizio con la Zes unica, una zona economica speciale che si propone di rafforzare ulteriormente gli incentivi per le imprese nel Sud, offrendo un ambiente normativo e fiscale ottimizzato.

Tuttavia, mentre la Zes unica potrebbe rappresentare un’opportunità per una nuova fase di incentivi fiscali e di semplificazione burocratica, rimane la questione urgente della continuità delle politiche di sostegno. La transizione verso la Zes unica non deve tradursi in un’interruzione delle misure esistenti che potrebbe destabilizzare il tessuto imprenditoriale del Mezzogiorno, compromettendo gli investimenti in corso e la fiducia degli imprenditori. Il Mezzogiorno necessita di misure strutturali, non soluzioni temporanee.

Il Sud, diciamocelo con franchezza, nell’attuale contesto socio-economico, deve affidarsi significativamente agli incentivi statali per il rilancio economico e l’occupazione; la discontinuità delle politiche, specie in questa parte del Paese potrebbe rivelarsi un ostacolo insormontabile per molti. Non possiamo permetterci di oscillare tra politiche a termine, ma piuttosto dobbiamo impegnarci in una visione a lungo termine che garantisca stabilità e prevedibilità.

Di fronte a questo scenario, esorto il governo a non limitarsi a dichiarazioni di intenti per trattative future con l’Ue, ma a impegnarsi concretamente per una transizione che includa la decontribuzione e la defiscalizzazione all’interno della Zes unica. Questo approccio non solo preserverebbe gli incentivi esistenti, ma li potenzierebbe, integrandoli in una strategia complessiva che mira a trasformare il Mezzogiorno in una vera e propria zona franca economica, attrattiva e competitiva a livello internazionale. L’invito al ministro e al governo è quindi di considerare non solo l’urgenza ma anche l’importanza strategica di garantire una continuità effettiva delle misure di sostegno al Sud. Il Mezzogiorno ha dimostrato, con il tempo, di saper rispondere con vigore quando le condizioni sono favorevoli. Forniamo a queste terre la certezza che meritano, per un futuro di crescita, stabilità e prosperità. Questo momento richiede audacia e visione strategica: compiti che noi, in Italia del Meridione, siamo pronti a sostenere e promuovere, per garantire che il Sud non sia più visto come la cenerentola d’Italia, ma come una terra di immense opportunità.

Vincenzo Castellano è segretario di Italia del Meridione

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