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Furti d’auto tra Marche e Abruzzo. Il quartier generale a Cerignola: “capitale” della ricettazione

È un fenomeno a tutti gli effetti l’escalation di furti di ruote e cerchi che sta interessando il territorio a cavallo tra Marche e Abruzzo. Tra i centri presi di mira dai malviventi ci sono San Benedetto del Tronto, Porto d’Ascoli, Monteprandone, ma anche Martinsicuro, Alba e Giulianova che rappresentano solo alcune delle località oggetto…

È un fenomeno a tutti gli effetti l’escalation di furti di ruote e cerchi che sta interessando il territorio a cavallo tra Marche e Abruzzo. Tra i centri presi di mira dai malviventi ci sono San Benedetto del Tronto, Porto d’Ascoli, Monteprandone, ma anche Martinsicuro, Alba e Giulianova che rappresentano solo alcune delle località oggetto delle scorribande dei ladri. A darne notizia è la stampa locale della riviera adriatica dopo le innumerevoli denunce presentate ai posti di Polizia.

Un fenomeno che sta alimentando un clima di forte preoccupazione e rabbia tra i cittadini. E proprio in virtù di queste segnalazioni sia la polizia di Stato che i carabinieri stanno indagando a pieno ritmo per individuare i responsabili dei furti. Secondo quanto emerge dalle piste investigative, al momento, tutti gli indizi conducono a Cerignola.

Qui, infatti, si troverebbe il presunto quartier generale, che ormai ha assunto rilievo nazionale, della ricettazione di auto e, soprattutto, dei pezzi di ricambio, in particolare di auto di prestigio. D’altronde le cronache sono colme di arresti e denunce in tal senso. Basti pensare che negli ultimi mesi gli interventi della Forza pubblica sono stati numerosi. A ottobre scorso un trentaduenne cerignolano fu tratto in arresto a Matera proprio mentre rubava delle ruote a un’auto in sosta. Sempre nell’autunno scorso fu scoperto una banda che operava nel sud barese, mentre il 13 gennaio di quest’anno due ladri cerignolani sono stati arrestati a Bari dopo aver rubato le ruote a due auto in sosta.

Un fenomeno in continua crescita, insieme alla cosiddetta “cannibalizzazione” delle auto di grossa cilindrata: ovvero lo smontaggio pezzo per pezzo di auto costose per poi immettere sul mercato illegale, spesso anche via internet, pezzi di ricambio a prezzi molto più vantaggiosi rispetto alle rivendite ufficiali. Un’attività che in alcuni casi ha visto coinvolte anche degli autodemolitori dove è sempre complicato tracciare le merci vendute.

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