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Una sfida avvincente ma adesso volto pagina

La vita è un viaggio nel quale sono racchiusi tanti altri viaggi: umani, sentimentali, lavorativi. Con questo editoriale, ad esempio, la sottoscritta conclude il suo con “L’Edicola”.

Partita praticamente da zero, con il grande supporto degli editori Sebastiano e Vito Ladisa, che ringrazio profondamente, dell’indimenticato presidente Franco Sebastio e di una redazione che ha saputo cogliere il senso di una sfida, ho fatto nascere un nuovo quotidiano su carta stampata e online. Da allora sono passati circa due anni e mezzo nei quali, pur rimanendo sempre attenta ai nostri territori, ho anche cominciato ad aprire e a intravedere un varco nazionale.

Oggi, per me, è il momento dei saluti, dei baci e degli abbracci. Sono giunta a destinazione. Il “figlio” è ormai cresciuto e vi assicuro che è di sana e robusta costituzione. Capace di camminare da solo. Diventerà ancora più “grande” e io sarò felicissima.

Naturalmente, molto presto, com’è giusto che sia, intraprenderò un nuovo viaggio, ma di questo ci sarà tempo e modo per parlarne. Come si dice: chi si ferma è perduto e io ferma non sono stata mai. E poi, diciamocelo, a livello professionale cambiare non può che migliorare le proprie capacità di rapportarsi con gli altri e di arricchirsi emozionalmente.

Spero di aver dato un buon esempio di come le donne possano ricoprire ruoli apicali con scienza e coscienza, alla faccia di chi le vuole relegate a un destino atono e preconfezionato specialmente nel mondo dell’informazione. Spero di aver dimostrato a Paola e Mariachiara, le mie figlie, che nulla è impossibile per loro in quanto donne, soprattutto in Puglia e in una città come Bari dove la popolazione femminile è la maggioranza.

Auguro tanta fortuna a Ciriaco Viggiano a cui passo il testimone. Sono felice di dare valore a un segno su cui ho sempre lavorato molto: lo scambio tra generazioni. Trasferire esperienza e ricevere stimoli nuovi, è il segreto della vita.

La carta stampata ormai è una trincea ai confini dell’impossibile, perché “i giornali non li legge più nessuno”. Questa è la frase ricorrente quando si parla di un quotidiano, ma non bisogna arrendersi.

Infine, ne approfitto per ringraziare la mia famiglia (che è ciò a cui più tengo) per aver sopportato il troppo tempo sottrattole e le lettrici e i lettori che mi hanno onorata della loro attenzione. Ecco, è tutto. Volto pagina.

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annamaria ferretti
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