È con una denuncia per rissa che si chiude la carriera di Pietro Caputo. Il gestore del pub Demetra, locale punto di riferimento per la movida notturna barese, ha chiuso la famosa cicchetteria lasciando tutti senza parole. Dietro la decisione la volontà di godersi una vita in famiglia, fatta di orari stabili, ma anche la paura verso un mondo notturno sempre più pericoloso e violento. Il locale era stato teatro, nei giorni scorsi, di una rissa; protagonisti alcuni ragazzi, appena maggiorenni, che si sarebbero azzuffati per futili motivi. «La colluttazione è iniziata fuori dal locale – fa sapere il 53enne – e poi è continuata all’interno. Non ho capito le motivazioni per cui è scoppiata. Alcuni clienti mi hanno riferito per un parcheggio, altri per una parola di troppo, altri ancora per una ragazza. So soltanto che una rissa così violenta non mi era mai capitata nel locale».
Il video della zuffa è circolato sulla nota piattaforma TikTok, per poi essere cancellato. Dal filmato, comunque, si vede uno dei due litiganti che estrae una pistola giocattolo e la punta contro il suo rivale.
«L’impianto di videosorveglianza del locale – spiega – copre solo l’interno. Non ho telecamere all’esterno. Io ho assistito solo quando i due sono entrati nel locale, ma la lite era scoppiata fuori».
La paura di una gioventù sempre più violenta, e di una movida notturna sempre più pericolosa, ha accelerato la decisione di Pietro Caputo di chiudere il locale.
«Devo ammettere di aver avuto paura – dichiara – non mi era mai accaduto di assistere ad una lite così violenta in 27 anni di lavoro».
Le testimonianze che seguono sono state raccolte da Francesca Sorrentino
Maurizio Mastrorilli: «Mancano i controlli delle forze dell’ordine»
«Molto dipende dalla clientela dei locali ma il problema della movida selvaggia e violenta nel campo dell’intrattenimento esiste e va affrontato diversamente da come è stato fatto fino a ora». Ne è sicuro Maurizio Mastrorilli, proprietario del ristorante Gola e attivo anche nell’organizzazione di eventi.
«Noi a Gola non abbiamo mai avuto nessun tipo di problema, ma abbiamo anche una clientela selezionata dalla proposta gastronomica che offriamo, fatta di persone più grandi e non da adolescenti, come invece succede nel campo dei locali di intrattenimento puro – spiega – Qui è frequente avere problemi anche per futili motivi, da gruppetti di ragazzini che vengono apposta per rovinare la festa e dare fastidio». Ogni pretesto è buono per attaccare briga, ma Mastrorilli non parla di “novità” o “emergenza”, piuttosto di una tendenza che torna ciclicamente in città.
«Abbiamo avuto sempre questi problemi – aggiunge – quello che va sottolineato è che tutti i locali che somministrano cibi e bevande subiscono una serie di controlli a vario titolo: dalle licenze, al personale, alle assicurazioni. Ma non riceviamo mai visite da qual si voglia esponente delle forze dell’ordine che ci chieda se abbiamo bisogno di una mano sulla sicurezza, se abbiamo notato episodi strani che vogliamo denunciare. Io personalmente non li ho mai visti supportare i titolari delle attività. Sarebbe cosa gradita ricevere aiuto visto che forniamo un servizio rivolto a una platea di persone per bene che non hanno nessuna intenzione di creare problemi o scatenare risse e disordini». Una minoranza facinorosa, dunque, che inquina il clima per tutti, non solo i gestori dei locali. «So di miei colleghi a Monopoli che hanno subito una chiusura del locale per disordini avvenuti all’esterno. C’è qualcosa che non funziona – conclude – l’amministrazione deve coinvolgerci per capire come risolvere il problema una volta per tutte. I ragazzi ormai vivono la violenza come un vanto da esporre sui social».
Gianni Del Mastro: «Non basta reprimere. Servono azioni sociali»
«Ogni anno torniamo a parlare di emergenza baby gang, è un cadere dal pero: la microcriminalità in questa città esiste e non si riesce a controllarlo». È lapidario nel suo giudizio, basato sull’esperienza di anni nel mondo della ristorazione Gianni Del Mastro, presidente dell’Unione dei ristoratori.
«Se in termini statistici i reati tra minori siano aumentati non lo so – spiega – ma certamente sono visibili e non aumentano la percezione della sicurezza in città». Anche per Del Mastro il ruolo delle forze dell’ordine nel presidio del territorio è fondamentale, ma allo stato attuale carente. «Capisco le difficoltà che gli agenti possono incontrare nel controllare la città, tra mancanze di organico e vastità dell’area – aggiunge Del Mastro – Ma come è possibile che i luoghi di maggiore frequentazione non siano presidiati? Almeno quelli. Queste vicende non avvengono in periferia o nei luoghi sperduti. Le baby gang, o gruppi di ragazzini che creano disagi, attecchiscono meglio dove c’è folla, hanno più spazio di manovra».
A Bari Vecchia mancano i presidi nelle due piazze principali. «La ricaduta della mancanza di sicurezza, delle risse e dei pestaggi, è un brutto biglietto da visita per i tanti turisti che affollano la città – aggiunge – Ma ogni anno ci ritroviamo a parlare del fenomeno. Il vero problema è capire quali sono i progetti sociali e culturali messi in campo dagli amministratori per recuperare questi ragazzi e toglierli dalla strada. La devianza minorile non si combatte solo con la repressione, servono azioni concrete di prevenzione». Da qui la proposta rivolta alle istituzioni. «Sono anni che chiediamo che venga istituito un tavolo o un comitato che coinvolga anche noi esercenti che conosciamo le criticità, per avviare un percorso democratico e partecipato sulle soluzioni. Anche perché non esistono solo le baby gang, c’è il problema dei furti nei negozi, le spaccate. La percezione generale è quella dell’insicurezza».