Festa di San Nicola imminente, ma crescono le difficoltà di gestione. A lanciare l’allarme è stato, giorni fa, il priore della basilica, in qualità di presidente del comitato San Nicola, padre Giovanni Distante. Sono sorte alcune criticità che starebbero rallentando i lavori per l’organizzazione della tre giorni, 7, 8, 9 maggio, in onore del santo patrono. Uno dei temi critici riguarda la distribuzione dei finanziamenti per le diverse manifestazioni.
«Unitamente al corteo storico – afferma padre Distante – va riconosciuta anche l’importanza di tutte le altre manifestazioni legate alla festa di San Nicola in programma. Questi eventi rischiano di essere compromessi dalla mancanza di fondi, mettendo a repentaglio la continuità di una tradizione secolare. Il corteo storico è senz’altro la manifestazione simbolo della città ed è organizzata e finanziata direttamente dal Comune. Però non si può identificare il corteo con l’immagine portante della sagra».
Ci sarebbe, dunque, eccessiva discrepanza tra i circa 150mila euro per coprire interamente la rievocazione storica e i circa 25mila euro che sarebbero stati stanziati per la restante sagra, soprattutto nei giorni 8 e 9 maggio. «Con questa modestissima somma – dichiara padre Distante – diventa impossibile per il comitato concordare un qualsiasi preventivo al quale si richiede il 50% all’atto della sottoscrizione. Trovare i fondi per il costo preventivato della sagra 2024 sta diventando un’impresa a dir poco ardua. Bisogna pagare anche l’utilizzo del suolo pubblico per installare palchi, luminarie e fuochi pirotecnici. Senza contare le spese delle celebrazioni religiose che vengono affrontate dalla Basilica».
A queste si aggiungono le difficoltà inerenti l’accoglienza dei pellegrini, che comprometterebbe il numero dei fedeli presenti alla festa. «Se nel 2015 erano presenti ben 200 pullman – fa sapere il priore – nel 2023 questo numero è sceso drasticamente a soli 30. Un trend preoccupante che mette in luce il rischio di una lenta estinzione del tradizionale pellegrinaggio di maggio lungo le antiche “vie nicolaiane”: adriatica e tirrenica». Cause di questa diminuzione sarebbero da individuare nel passaggio generazionale e nell’avanzata età dei pellegrini, ma anche nella mancanza di un consono servizio navetta. «Molti di loro – spiega ancora Distante – trovano difficoltà nel percorrere a piedi i lunghi tragitti previsti per raggiungere la basilica di San Nicola. Questo ha portato alcuni gruppi a rinunciare al pellegrinaggio in maggio, preferendo altre date durante l’anno». Il presidente del comitato propone alcune soluzioni per fronteggiare questa sfida, come aumentare il numero di navette che collegano la banchina della dogana al parcheggio riservato ai pullman e migliorare le infrastrutture a disposizione dei pellegrini, garantendo bagni chimici e altri servizi essenziali. Infine la necessità di affrontare le sfide legate alla logistica e alla gestione delle celebrazioni. «È fondamentale – conclude padre Distante – affrontare queste sfide con un approccio collaborativo e proattivo, coinvolgendo le istituzioni, le imprese e la comunità locale. Solo così sarà possibile preservare e valorizzare la ricca tradizione del pellegrinaggio nicolaiano».