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Bari, gli Ultras: «Tutti sul banco degli imputati. Ma basta fischi, salviamo la categoria»

Gli Ultras Bari hanno diffuso una nota sul momento difficile del Bari calcio, non risparmiando attacchi non solo alla società ma anche alla stampa. «Senza troppi giri di parole - scrivono -, ci ritroviamo in una situazione assurda e surreale figlia di una gestione approssimativa che contestiamo da mesi a seguito di silenzi, dichiarazioni e…

Gli Ultras Bari hanno diffuso una nota sul momento difficile del Bari calcio, non risparmiando attacchi non solo alla società ma anche alla stampa.

«Senza troppi giri di parole – scrivono -, ci ritroviamo in una situazione assurda e surreale figlia di una gestione approssimativa che contestiamo da mesi a seguito di silenzi, dichiarazioni e atteggiamenti sbagliati. Sul banco degli imputati, tutti i componenti della società, la squadra e gli allenatori che si sono avvicendati sulla panchina».

I tifosi biancorossi non “salvano” nessuno e attaccano «la presidenza, espressione di questo cancro chiamato Multiproprietà (ricordiamo: non siamo secondi a nessuno); il Ds, che ha sempre esternato dichiarazioni di circostanza che i fatti hanno puntualmente smentito. Ingaggio di calciatori non idonei alla causa Bari con un mercato basato sul risparmio ma non per questo esente da colpe; la squadra, che oltre ad aver reso la vita difficile ai tre allenatori fin qui bruciati, ha sfoderato prestazioni scadenti».

Nella nota si legge che «il clima di contestazione e pressione, purtroppo, non ha dato gli effetti sperati, sebbene attaccamento e partecipazione da parte nostra non siano mai mancati (basta vedere le presenze in casa e fuori). Ora chi scende in campo avrà l’obbligo di lottare: su ogni pallone, da Ultras e senza mezzi termini. Chi non crede, si può fare da parte. Ai tifosi da tastiera e soprattutto ai giornalisti diciamo: basta disfattismo. Ci sono ancora 15 punti. Dobbiamo salvarci. Cerchiamo di mettere un punto e ripartire con una narrazione diversa».

E ai giornalisti: «le vostre “penne”, le vostre tastiere, le vostre parole pesano come macigni sull’umore di una piazza che sa dare così come sa togliere, ma passionale come poche in Italia. Adesso abbiamo il dovere di mettere da parte il rancore e di cercare di fare il possibile per salvare la categoria. Fa male dirlo, ma non abbiamo scelta: se proprio dobbiamo retrocedere, dobbiamo farlo con la consapevolezza e la dignità di aver dato tutto sugli spalti e fino all’ultimo secondo. Da qui alla fine, bisogna provarci, bisogna cantare e sostenere maglia e città. Sostenere. Basta fischi e lamentele al primo passaggio sbagliato».

Infine l’appello all’unità: «Ci aspetta un finale di stagione rovente: stringiamoci. Difendiamo la categoria. Bari siamo noi e qui non c’è più posto per chi crede che la serie B per Bari sia “motivo di vanto” o possa prendere per il culo la città! Gli stessi, che vedono il calcio solo come un business, ignorandone sentimenti, passioni, campanili. Ignoriamoli, cantando più forte. A fine stagione, tireremo le somme. Presidente, direttore e calciatori sono di passaggio, NOI…ci saremo sempre. Nel nome di Bari, avanti vecchia stella del sud».

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