Un assessore dedicato esclusivamente alle periferie e un altro destinato invece alla sicurezza urbana e alla polizia locale, che dovrà occuparsi soprattutto di presidiare il territorio. Parla già da sindaco il candidato per il centrodestra a Bari, Fabio Romito, che ancor prima della presentazione delle liste già ha le idee chiare sulle deleghe da affidare alla sua ipotetica squadra di governo.
«Sabato prossimo sarà a Bari il ministro per la disabilità Alessandra Locatelli – ha annunciato Romito ai microfoni di Telebari – insieme alla quale scriveremo un pezzo di programma». Programma su cui il giovane leghista è già al lavoro e che sarà reso pubblico questo fine settimana. Prossimo step, poi, la presentazione della liste, su cui i tre principali partiti che sostengono l’avvocato – Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia – sono già impegnati da tempo.
Ufficializzato, domenica scorsa, anche il sostegno dell’associazione di commercianti “La Formica”, che proverà ad esprimere due consiglieri comunali.
Le prossime settimane serviranno quindi a limare gli elenchi e muovere le ultime pedine per chiudere sui nomi migliori in campo in vista delle amministrative del prossimo 8 e 9 giugno. E a chi gli muove l’obiezione di essere un leghista candidato in un comune del Sud, Romito replica: «Io sono il candidato della coalizione di centrodestra. Quando diventi candidato sindaco tu svesti la maglia della tua squadra e indossi la maglia della nazionale. L’argomento su cui dovremmo concentrarci è quello della concretezza: la mia priorità è Bari e sono i cittadini baresi». Per Romito «il centrodestra è in grado di ribaltare le previsioni. In città c’è tanta voglia di cambiamento. Dall’annuncio della mia candidatura ad oggi ho dovuto ricaricare il telefono 10 volte al giorno. Indipendentemente da quello che è successo negli ultimi giorni, dopo tanti anni di sinistra Bari ha voglia di cambiare. Io immagino il centrosinistra come un gruppo di persone, le stesse che hanno governato la città di Bari, chiuse in un salotto, mentre dall’altro lato c’è una città che chiede di poter respirare aria nuova. Questo non vuol dire cancellare gli ultimi dieci anni ma andare avanti con un rinnovamento profondo».