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Regione Puglia, Caracciolo si dimette da capogruppo del Partito democratico

A seguito dei rumors di una possibile espulsione di Filippo Caracciolo dal Partito democratico, il consigliere regionale si è dimesso da capogruppo dem nel Consiglio regionale pugliese. In una nota, Caracciolo annuncia la sua decisione «irrevocabile». Caracciolo è stato rinviato a giudizio nell'ambito di un'inchiesta del 2017 con altri per corruzione e turbativa d'asta in…

A seguito dei rumors di una possibile espulsione di Filippo Caracciolo dal Partito democratico, il consigliere regionale si è dimesso da capogruppo dem nel Consiglio regionale pugliese.

In una nota, Caracciolo annuncia la sua decisione «irrevocabile».

Caracciolo è stato rinviato a giudizio nell’ambito di un’inchiesta del 2017 con altri per corruzione e turbativa d’asta in relazione alla gara d’appalto bandita dal comune di Corato per la costruzione della nuova sede di una scuola media.

«Sembra una giostra – si legge nella nota – altro giro, altra corsa. E, aggiungerei, altro fango. Ogni occasione è buona per tirare in mezzo qualcuno, per provare a demolire l’avversario politico sfruttando qualsiasi occasione. Oggi è toccato anche a me. C’è qualcuno che sta tentando di gettarmi in mezzo alla mischia, sfruttando una vicenda che nulla ha a che fare con quelle che da settimane stanno occupando le cronache locali e nazionali».

Caracciolo sottolinea che «è bene ricordare che quando nel 2017 ho saputo di essere indagato mi sono immediatamente dimesso da assessore regionale. E quando a febbraio scorso sono stato rinviato a giudizio, nel corso di una riunione del gruppo regionale del Pd ho rimesso il mio mandato di capogruppo nelle mani dei colleghi che mi avevano scelto quale loro rappresentante in Consiglio regionale. Il gruppo, però, ha respinto all’unanimità le mie dimissioni, dichiarando che non c’era alcun presupposto per cui non avrei potuto continuare a ricoprire l’incarico. Io quel processo lo affronterò, perché sono innocente e lo dimostrerò nel giudizio. Ma voglio eliminare ogni possibile forma di speculazione sulla mia persona e sul partito che rappresento e per tale ragione rimetto nuovamente e in modo irrevocabile il mio mandato di capogruppo nelle mani dei colleghi consiglieri, nell’interesse del partito e, ancora una volta, dell’istituzione che mi onoro di rappresentare e dei cittadini».

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