È stato oggetto di una domanda di attualità (durante l’ultimo consiglio comunale del 9 aprile) da parte dei consiglieri comunali di opposizione di “Coalizione Civica” (Michela Diviccaro e Carmine Doronzo) la questione relativa alla possibilità di istituire un “luogo della memoria contro la mala edilizia” in via Roma, laddove il 3 ottobre del 2011 il crollo di una palazzina causò la morte di quattro operaie di un opificio e della figlia 14enne del titolare. La questione è sorta dopo che negli ultimi giorni, a ridosso di quello stesso luogo, è stato allestito un cantiere per la realizzazione di un immobile. Cantiere che ha suscitato polemiche e indignazione da parte delle forze politiche di opposizione nonché da parte dei cittadini.
Nel merito la stessa amministrazione comunale, guidata dal sindaco Cosimo Cannito, lo scorso 3 aprile, con una nota ha precisato che «si tratta di un regolare permesso di costruire che prevede la demolizione dell’edificio esistente in stato di dissesto statico e la sua ricostruzione senza aumento volumetrico. L’amministrazione a seguito di segnalazioni di cittadini è intervenuta sul posto con un sopralluogo del sindaco e degli agenti della polizia locale al fine di verificare che tutte le prescrizioni richieste siano state messe in campo dall’impresa esecutrice».
Tuttavia lo stesso sindaco, durante l’ultimo consiglio, ha manifestato il suo rammarico per non aver mai deciso, nella massima assise cittadina, il destino di quel luogo precisando, inoltre, che l’area oggetto dei lavori è di proprietà privata e che pertanto l’amministrazione non può intervenire. «I luoghi del crollo devono diventare un’area della memoria per le future generazioni. Rilasciare un permesso a costruire in quello spazio ed informare la cittadinanza solo a cose fatte è stato un atto inopportuno. Per questo motivo chiediamo la convocazione di un consiglio comunale sul tema», è invece la richiesta espressa dai consiglieri del Pd, insieme ai consiglieri di Coalizione Civica, alla consigliera di “Con” Rosa Tupputi e ai consiglieri Antonello Damato e Luigi Dimonte delle liste Emiliano Sindaco di Puglia e Puglia Popolare, all’indomani del consiglio del 9 aprile. «Nei giorni scorsi – aggiungono – abbiamo appreso a mezzo stampa dell’avvio di lavori a ridosso dei luoghi del crollo. Il sindaco si è affrettato a riaffermare la volontà di ripristinare al termine degli interventi gli spazi vuoti dove il 3 ottobre 2011 si abbatterono le macerie della palazzina crollata. Questa risposta non ci soddisfa».
«La nostra richiesta di consiglio comunale – concludono – nasce dalla volontà di impegnare l’amministrazione a trovare una soluzione progettuale che coniughi l’esigenza della memoria con quella della riqualificazione urbana, ad onorare le vittime ed evitare che la logica dell’urbanizzazione a tutti i costi possa essere sfregio per un luogo di dolore e a sospendere il permesso di costruire valutando un’eventuale progettazione di opera pubblica, spazio della memoria». «Sono favorevole affinché quel luogo sia dedicato alla memoria delle vittime, così come sicuramente lo sono anche i parenti delle altre donne che quel giorno, con mia sorella, persero la vita. La perdita di mia sorella è una ferita ancora aperta, oggi sarebbe stata nonna visto che la più grande delle sue due figlie è diventata mamma di due bambini. Spero che tragedie simili non accadono mai più». È il commento affranto Nunzia Zaza, sorella di Antonella Zaza (una delle quattro operaie decedute).