Era originario di San Marzano di San Giuseppe il 73enne Mario Pisano, morto nell’esplosione avvenuta ieri nella centrale elettrica del lago di Suviana, nell’Appennino bolognese.
Nell’incidente, oltre a Pisano, nato a Taranto e residente a San Marzano di San Giuseppe, sono morte altre due persone: il 45enne Pavel Petronel Tanase, nato in Romania e residente a Settimo Torinese, e il 36enne Vincenzo Franchina di Sinagra, in provincia di Messina.
Per cause in corso di accertamento una turbina è esplosa al piano meno otto dell’impianto. La deflagrazione ha provocato un crollo. Nell’incidente sono rimaste coinvolte almeno 12 persone, tecnici di ditte esterne che lavoravano a adeguamenti della centrale.
Il cordoglio del sindaco di San Marzano di San Giuseppe
«Ieri sera la notizia cominciava a circolare. Questa mattina la conferma, ancora una volta terribile, inaccettabile», scrive il sindaco di San Marzano di San Giuseppe, Francesco Leo.
«In un giorno – prosegue – San Marzano perde due suoi cittadini sul lavoro». Il sindaco fa riferimento anche all’incidente avvenuto ieri nel Tarantino, in cui ha perso la vita un operaio di 58 anni.
«Giorni che difficilmente scorderemo. Anche Mario perde la sua vita lavorando. Una strage senza fine in un Paese che si definisce civile ed avanzato», conclude Leo unendosi, insieme a tutta la comunità, alle famiglie e agli affetti delle vittime.
Emiliano: «Non ci sono parole per commentare la continua strage sul lavoro»
Cordoglio per la scomparsa di Mario Pisani, ma anche per la morte di Angelo Cotugno avvenuta ieri, esprime anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
«Mario Pisani è morto nella strage della centrale elettrica di Suviana nel Bolognese, Angelo Cotugno è stato folgorato sul cantiere della superstrada Taranto-Avetrana», scrive il presidente in una nota: «Sono vicino a tutta la comunità di San Marzano che nello stesso giorno è stata colpita da due tragedie. Non ci sono parole per commentare la continua strage sul lavoro che ogni giorno mette in fila quelli che non sono freddi numeri di lontane statistiche, ma storie di operose persone che lasciano per sempre le loro famiglie e le loro comunità».