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Un Taranto dalle due facce, implacabile allo “Iacovone”: vulnerabile in trasferta

Qualità, intensità e spirito di sacrificio. Su questi tre pilastri, il Taranto ha appoggiato il successo sul Potenza che presenta un valore superiore ai tre punti raccolti. Servono non solo a dare fiducia allo spogliatoio, ma a rilanciarlo, visto che nel mese di marzo aveva vinto soltanto due (Virtus Francavilla e Brindisi) delle cinque partite…

Qualità, intensità e spirito di sacrificio. Su questi tre pilastri, il Taranto ha appoggiato il successo sul Potenza che presenta un valore superiore ai tre punti raccolti. Servono non solo a dare fiducia allo spogliatoio, ma a rilanciarlo, visto che nel mese di marzo aveva vinto soltanto due (Virtus Francavilla e Brindisi) delle cinque partite in programma, perdendo parzialmente contatto con le altre del gruppo di testa. Il pareggio esterno di Torre del Greco, quello interno con il Sorrento e la sconfitta di Caserta del 3, 17 e del 30 marzo avevano avuto questo effetto.

Anche se la brusca frenata non è derivata dalla mancanza di gioco, di spinta offensiva o di limiti strutturali e di lacune tattiche. Molto è dipeso dagli errori sotto porta, praticamente quanto non si è visto nell’ultima uscita, per quanto Fabbro abbia avuto sui piedi un’opportunità colossale per segnare e l’abbia fallita. E tuttavia, anche se non può sempre essere sufficiente, creare palle gol nitide sia nei momenti positivi che negativi di una stagione, vuol dire che la squadra è rimasta sempre concentrata sul pezzo.

La squadra sta molto bene e ora si ritroverà ad affrontare le ultime tre partite, due in trasferta con Monopoli e Latina e una in casa con l’Avellino, forse la più importante da vincere senza tentennamenti. Una vittoria che, però, dovrà essere supportata da due affermazioni in trasferta. Nulla di semplice perché tutte e tre le avversarie hanno qualcosa da chiedere al campionato: gli adriatici una salvezza diretta senza i playout, gli irpini il secondo posto da sottrarre al Benevento e il Latina la conferma di un posto nei playoff. Al Taranto, però, è necessario uno scatto d’orgoglio in trasferta dove ha racimolato 20 dei 60 punti in classifica, per lo meno quelli ottenuti sul campo. Una media di un punto a partita giocata fuori casa contro gli oltre 2 per quelle disputate tra le mura amiche.

Lontano dall’Erasmo Iacovone, la squadra avrebbe meritato di raccoglierne molti di più e la sensazione è che questo risultato non sia stato raggiunto più per demeriti propri (troppe occasioni clamorosamente fallite) che non per meriti altrui. In ogni caso dal primo giorno del ritiro estivo di Cascia in poi tutto il gruppo ha guardato a un unico obiettivo di arrivare ai playoff, come incautamente ma a ragione disse a inizio stagione Capuano. Una promessa mantenuta e raggiunta con 270 minuti di anticipo. Questo conta in una piazza, che nel corso degli ultimi tre decenni ha dovuto ingoiare rospi molto grossi e con il rischio costante di soffocamento.

Il passato resta e va gestito, il presente è il sesto posto, il futuro prossimo sono i playoff, che se si giocassero con la classifica attualmente maturata vedrebbero il Taranto già impegnato il 5 maggio contro il Crotone. Una formazione in crisi ora, ma da rivalutare tra poco meno di un mese. Ecco perché bisognerà vincere tutte e tre le partite per provare a scalzare la Casertana dalla quarta posizione, che permette di non prendere parte al primo turno.

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