E se le comunali baresi slittassero di una manciata di mesi? L’ipotesi non è poi così peregrina e, negli ultimi giorni, ha cominciato a circolare con insistenza negli ambienti politici romani. Un indizio in questo senso già ci sarebbe: il centrodestra avrebbe temporeggiato nella scelta del candidato sindaco non per mancanza di accordo all’interno della coalizione, ma perché già consapevole del rinvio del voto a ottobre.
Il quadro politico nel capoluogo pugliese è piuttosto nebuloso e complesso. Ma se c’è una certezza tra molti addetti ai lavori, quella consiste nel fatto che l’8 e 9 giugno prossimi i baresi non saranno chiamati alle urne. Il motivo è presto detto: gli ispettori nominati dal Ministero dell’Interno stanno passando al setaccio gli atti dell’amministrazione Decaro. Il prefetto Claudio Sammartino, il vice Antonio Giannelli e il finanziere Pio Giuseppe Stola hanno chiesto di visionare i documenti delle assunzioni nell’Amtab, la partecipata dei trasporti in cui avrebbero trovato posto esponenti dei clan Parisi e Palermiti, ma anche i verbali delle dichiarazioni del pentito Nicola De Santis a proposito dei presunti legami tra politica e malavita organizzata. L’esito di questi approfondimenti confluirà nella relazione che entro il 25 giugno, a tre mesi dalla loro nomina, gli ispettori dovranno trasmettere al Viminale per consentire al ministro Matteo Piantedosi di valutare lo scioglimento del Consiglio comunale e la nomina di un commissario destinato a rimanere in carica per 18 mesi, prima di una nuova tornata elettorale.
Nelle ultime ore, però. ha cominciato a circolare sempre più insistentemente la voce di uno slittamento del voto anche a prescindere dal commissariamento del Comune di Bari. La legge, in teoria, non lo vieta. Un precedente importante c’è, risale al 2020 e riguarda anche la Puglia: a marzo di quell’anno, in piena emergenza Covid, l’allora governo Conte dispose lo slittamento delle elezioni comunali e regionali dalla primavera all’autunno, in una finestra compresa tra metà settembre e metà dicembre. Per fare la stessa cosa servono una norma e una motivazione. La soluzione sarebbe un decreto legge che, in ogni caso, dovrebbe essere controfirmato dal presidente della Repubblica. Cosa che, secondo alcuni, non è detto che Sergio Mattarella faccia. «Sarebbe un atto eversivo da parte della maggioranza di centrodestra, in assenza anche del minimo sospetto sulla condotta del sindaco Antonio Decaro e dell’intera sua amministrazione», commentano alcuni esponenti del Pd per poi aggiungere: «Mattarella non si presterà mai a una simile operazione». Si vedrà.
Nel frattempo, a rafforzare la voce di un possibile rinvio del voto in autunno contribuisce il silenzio del centrodestra. La coalizione formata da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Unione di centro, Noi Moderati e Nuovo Psi non ha ancora individuato un candidato sindaco. Eppure alla scadenza del termine per la presentazione di liste e apparentamenti in vista delle elezioni dell’8 e 9 giugno manca poco più di un mese. Secondo un esponente politico barese, ben acquartierato nei palazzi del potere, non si tratta di una coincidenza: «Il nome del candidato di centrodestra non è ancora arrivato non perché siano in corso valutazioni sui vari profili disponibili – spiega – ma perché da quelle parti sanno bene che non si voterà a giugno ma a ottobre».
Andrà effettivamente così? È da vedere. Per capirlo, però, non servirà molto tempo. Sabato 20 aprile è l’ultimo giorno utile per la pubblicazione del decreto ministeriale attraverso il quale dev’essere ufficializzato l’elenco dei Comuni al voto l’8 e 9 giugno. Bari ci sarà?