«Sono molto contenta, ringrazio davvero il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Mi ha molto impressionato che abbia telefonato lui in prima persona e che lo abbia fatto con questa rapidità. Lo ringrazio davvero tanto per il suo coinvolgimento». Ha voluto ringraziare così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Ilaria Salis, come ha riferito ai media suo padre Roberto, contattato sabato scorso dal capo dello Stato. Ilaria Salis è detenuta in carcere da più di 13 mesi a Budapest con l’accusa di aver partecipato a due aggressioni nei confronti di militanti di estrema destra.
Roberto Salis ha spiegato che Ilaria sta bene e, si sta riprendendo dopo l’udienza di giovedì scorso quando è stata respinta la richiesta di passare ai domiciliari avanzata dai suoi legali. «È stata una brutta botta – ha proseguito il padre della 39enne docente milanese – perché ci contava molto ma ha un piglio abbastanza forte e non ho dubbi che sopporterà bene questa prova di resistenza. Quanto successo giovedì con la sentenza per Ilaria e con quella per Gabriele Marchesi ha rafforzato l’impressione che c’è qualcosa che non va bene e che c’è chiaramente una disparità nell’attuazione dei principi costituzionali». Si aspetta ora l’esito dell’appello presentato contro la mancata concessione dei domiciliari che dovrà essere giudicato da un’altra corte e non sarà più nelle mani del giudice Jozsef Sós che ha «un evidente pregiudizio nei confronti di Ilaria e che in Italia sarebbe già stato ricusato».
Intanto da diverse settimane i dirigenti del Partito Democratico stanno discutendo della possibilità di candidare Salis alle prossime elezioni europee di giugno. Dell’ipotesi si parla almeno dal 14 febbraio, quando durante una fiaccolata in solidarietà di Salis a Roma, alcuni parlamentari vicini alla segretaria Elly Schlein la confermarono dicendo però che era in uno stadio preliminare. Oggi, quaranta giorni dopo, l’ipotesi sembra avere preso consistenza e diversi giornali la presentano come di un’idea che Schlein sta prendendo in considerazione seriamente, e di cui avrebbe parlato giovedì scorso anche al presidente del PD Stefano Bonaccini durante un incontro organizzato proprio per discutere delle candidature alle europee. Alla base di questo progetto, non ancora certo, c’è la volontà di fare ottenere a Salis l’immunità parlamentare che le verrebbe riconosciuta qualora fosse eletta al Parlamento Europeo, immunità che determinerebbe la sua scarcerazione.