Non sono stati sufficienti esattamente quattro decenni per vedere vincere il Taranto a Caserta. Almeno in serie C, visto che l’ultimo successo risale 29 anni fa. Così come non è bastata una buona partita per vederlo, come minimo, emergere indenne dal “Pinto”. Nonostante la sconfitta di misura, si può continuare ad affermare che i rossoblù stiano procedendo comunque oltre i loro limiti, perché restano allo stesso livello delle grandi del campionato, Juve Stabia a parte, già proiettata al prossimo campionato nella serie cadetta.
I limiti dell’organico emergono quando si tratta di restare cattivi sotto porta. Anche con i campani, il Taranto ha confezionato almeno un paio di occasioni di pregevole fattura, puntualmente fallite. Già Riggio pregustava il primo gol della sua esperienza tarantina, ma l’ha fallita di testa a due passi dai pali casertani: «Pensavo di avere visto il massimo qualche settimana fa in casa, invece ho visto qualcosa di diverso, perché con tutta la porta avanti ha messo fuori». Così Ezio Capuano a commento dell’occasione del suo difensore.
Riggio non è un attaccante, ma un difensore e segnare (in teoria) non sarebbe il suo mestiere, ma rimane clamorosa l’opportunità non condotta a buon fine, che si aggiunge alle altre mancate sotto porta con Picerno, Messina e Benevento. Messe assieme, in fila come grani di un rosario, fanno sì che si crei la forbice tra gli sforzi profusi e i risultati raggiunti. Pregare non serve, perché l’unica mano possibile sarebbe quella fornita dai propri sforzi.
Il tutto è aggravato dalla pesante penalizzazione di 4 punti e che sta condizionando il percorso, ma da un punto di vista mentale. Soprattutto negli scontri diretti, dove il Taranto è pur discretamente soddisfatto, più delle prestazioni che non degli esiti al triplice fischio. Sul tema è chiaro, ancora ancora una volta Capuano: «Sono molto contento della prestazione e arrabbiatissimo per il risultato, perché non è veritiero: con più attenzione avremmo potuto portare a casa un risultato diverso. Abbiamo fatto nettamente meglio della Casertana, ma va dato merito ai vincitori».
Le due sconfitte, andata e ritorno con la Casertana, sono lì e nessuna statistica può cancellarli, ma sono state portate a maturazione in tempi e modi diversi. Se la prima lasciò perplessi, la seconda è andata in archivio con un una buona dose di rammarico amaramente masticato e (mal)digerito: «Abbiamo preso un gol che difficilmente si vede si vede su un campo di calcio. Lo vorrei rivedere, ma – conclude Capuano – a noi capita spesso. Abbiamo comandato per grandi tratti della gara e sono ripartiti in contropiede senza mai sfruttare il palleggio».
Strategia e tattica di Capuano sono state valide, ma poi tornano i limiti che impediscono di fare male sotto porta e su questo punto bisognerà insistere, perché nei playoff gli errori costeranno caro.