«C’è stato un calo del numero delle compravendite di circa il 10 %, ma i valori immobiliari hanno retto e addirittura c’è stato un piccolo rialzo che abbiamo attestato del 2,8%. In questo quadro è coerente che anche le rendite catastali crescano soprattutto perché gli immobili continuano ad essere ristrutturati e riqualificati». È quanto afferma Francesco La Commare, presidente del Centro Studi Fiaip, commentando gli ultimi dati relativi alle compravendite delle case.
Presidente, qual è stato l’andamento del mercato nell’ultimo anno?
«Nonostante il calo generale delle compravendite residenziali, sono aumentati gli acquisti di immobili per investimento, destinati alla locazione. Questo significa che “il mattone” si conferma l’investimento più ricercato e sicuro a tutela dei risparmi delle famiglie italiane pesantemente colpiti dall’inflazione».
Dove sono localizzati maggiormente questo tipo di operazioni?
«Sicuramente nei grandi centri urbani, dove la domanda supera di gran lunga l’offerta, con un picco fino al 6% nella città di Milano che da questo punto di vista si conferma essere un mercato molto vivace».
Quali sono i fattori che stanno sostenendo il mercato?
«Gli incentivi fiscali. Il Superbonus ad esempio è stata una misura che ha messo in gioco numerosi fattori. Come operatori del settore riteniamo che in generale le ristrutturazioni generino sia un aumento del valore degli immobili dal punto di vista residenziale che un aumento delle rendite catastali».
Gli incentivi hanno in qualche modo influenzato o cambiato le abitudini nella ricerca e nell’acquisto delle case?
«Pare che nel 2023, per tutte le tipologie edilizie nuove, ristrutturate e da ristrutturare, sia diminuita, dato anno su anno, la percentuale delle unità compravendute in classe G, questo soprattutto per i bilocali (9% nel 2023 contro il 27% del 2022) e per le villette a schiera (20% contro il 24% dell’anno precedente)».
C’è quindi più attenzione ai consumi e al tema della salvaguardia del pianeta?
«Per il terzo anno consecutivo, la crescita della percentuale di vendite di immobili ristrutturati con elevate prestazioni energetiche è arrivata a sfiorare il 38% del totale».
Quali sono le prospettive per il 2024?
«C’è molta fiducia nel potenziale del settore. Certo il tema della riduzione dei tassi di interesse sui mutui e la discesa dell’inflazione hanno un ruolo importante. Si prevede, infatti, un andamento delle compravendite similare al 2023 con ulteriore aumento degli acquisti per investimento e una sostanziale stabilizzazione dei prezzi degli immobili (+3% solo nei grandi centri). Per le locazioni abitative si stima sia un incremento dei contratti +3% che un ulteriore rialzo medio dei canoni di un +5%, mentre per l’uso diverso dall’abitativo (negozi, uffici e capannoni) si attende sia per le compravendite che per le locazioni una lieve crescita media dell’1% del numero delle transazioni, ma con una riduzione di un 2% sia dei prezzi che dei canoni».
C’è qualcosa che preoccupa gli addetti ai lavori?
«La scarsità dell’offerta di case sia da vendere che da affittare è un fattore da non sottovalutare soprattutto nei grandi centri urbani perché sta determinando un rialzo dei prezzi. Nonostante questo, le prospettive per il 2024 rimangono positive».