Un 36enne originario della provincia di Barletta-Andria-Trani ha tentato di suicidarsi impiccandosi con un lenzuolo alla finestra della cella in cui è detenuto nel carcere di Lecce.
L’uomo, che ha problemi psichici, è stato salvato da un agente della polizia penitenziaria che, accortosi degli strani movimenti durante un giro di ispezione, ha lanciato l’allarme dopo essersi fiondato nella cella per sollevare dalle gambe il detenuto, che era già svenuto, alleviando così la pressione del lenzuolo sul collo.
Un altro agente, intervenuto nel frattempo, ha slegato la corda rudimentale dall’inferriata e il detenuto è stato adagiato sul pavimento in attesa dell’intervento dei sanitari che sono riusciti a rianimarlo.
A raccontare l’episodio è il segretario nazionale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe), Federico Pilagatti, che parla dell’«ennesimo salvataggio di decine e decine di detenuti che tentano il suicidio in carcere da parte dei poliziotti penitenziari» che non ricevono «mai un riconoscimento poiché – afferma – il poliziotto non può fare queste cose in quanto è considerato un aguzzino un torturatore».
La maggior parte di questi «tragici eventi», sottolinea Pilagatti, «riguarda detenuti con problemi psichiatrici che vengono parcheggiati (abbandonati) nelle sezioni detentive, senza cure adeguate e senza alcun percorso di riabilitazione».