A chi gli chiede se ridefinirebbe la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, “neonazista nell’animo“, Luciano Canfora risponde: «Sì, lo sto ripetendo continuamente».
Lo storico e docente emerito dell’Università degli studi “Aldo Moro” di Bari è stato querelato dalla premier per quella frase pronunciata il 12 aprile del 2022 durante un incontro in una scuola del capoluogo pugliese. La prima udienza predibattimentale della causa è fissata, nel Tribunale di Bari, per il 16 aprile prossimo.
«Non voglio anticipare quello che è rispettoso che io dica solo davanti al giudice – afferma Canfora in un’intervista rilasciata a “La Stampa” -. Posso solo ripetere quel che ho detto e perché l’ho detto, il resto lo aggiungerò nella sede giusta. La questione, al di là del dibattito sulla questione ucraina, è oggettiva. Meloni discende dal Movimento sociale, un partito che si riferiva alla storia della Repubblica sociale, cioè a uno stato satellite del Terzo Reich».
Canfora sottolinea: «”Nell’animo” è una citazione da Tocqueville, che ammette che il suo animo è contrario alla democrazia, riferendosi a una parte di sé interiore non predominante. Tutti abbiamo delle pulsioni più o meno confessabili, che dominiamo con la ragione».
Per questo non si scandalizzerebbe se venisse definito “stalinista nell’animo“: «Ne sarei contentissimo, perché lo sono, mentre altri pensano che sia un insulto. In Inghilterra fino a un secolo fa “democratico” era una parolaccia, perché significava “rivoluzionario”. Insomma, i tempi evolvono».
Nei giorni scorsi a Canfora è arrivata la solidarietà da parte di associazioni, movimenti politici, cittadine e cittadini.