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Niente concessioni ai privati: il Consiglio regionale pugliese salva le dune costiere

Sono salve le dune costiere, le sculture naturali create dal vento e dalla sabbia che impreziosiscono le coste pugliesi, in particolare del Salento. Ieri il Consiglio regionale ha riportato con legge la gestione dei cordoni costieri sotto il controllo dei Comuni ritirando la precedente liberalizzazione in favore dei privati: una svolta dopo due anni di…

Sono salve le dune costiere, le sculture naturali create dal vento e dalla sabbia che impreziosiscono le coste pugliesi, in particolare del Salento. Ieri il Consiglio regionale ha riportato con legge la gestione dei cordoni costieri sotto il controllo dei Comuni ritirando la precedente liberalizzazione in favore dei privati: una svolta dopo due anni di battaglie da parte degli ambientalisti con manifestazioni e petizioni di firme raccolte a tutela delle dune.

Non è stato da meno il serrato confronto in aula con una pioggia di interventi e la spaccatura dei gruppi di maggioranza ed opposizione. Su fronti opposti si sono avvicendati i sostenitori della privatizzazione delle dune, il gruppo di Azione e il vicepresidente della giunta Raffaele Piemontese e dall’altra i Cinque Stelle e l’assessora all’Ambiente Anna Grazia Maraschio. Alla fine la votazione di misura, 18 a 17, ha stabilito di cancellare l’emendamento “galeotto” approvato nel bilancio del 2022 con il quale si prevedeva la possibilità di inserire le dune costiere fra i beni oggetto di concessione demaniale.

Il dietrofront ha contagiato anche l’assessore Piemontese che s’è convinto a dire sì alla cancellazione di quello che gli ambientalisti ritenevano uno sconcio a danno del paesaggio pugliese. La prima a esultare è stata l’assessora all’Ambiente Maraschio: «Ho sempre sostenuto un passo indietro sulla legge che affidava le dune in concessione ai privati – ha commentato dopo il voto in aula – e sono felice che la norma sia stata abrogata nello stesso giorno in cui il Consiglio ha istituito la giornata regionale della costa, la cui delibera di giunta porta la mia firma insieme a quella del collega Piemontese». «Un passo indietro – ha aggiunto Maraschio – fondamentale per proteggere un sistema delicatissimo e intangibile che non ammette deroghe da parte del pubblico ed impedisce di lasciare ai privati, in particolare gli stabilimenti balneari, beni fragilissimi da secoli diventati patrimonio collettivo. Non a caso il mio assessorato ha stanziato 900mila agli enti parco per il mantenimento o il ripristino di habitat e specie legate all’ambiente costiero, acquatico interno e dune».

Fa eco il vicepresidente del Consiglio, l’esponente del Movimento Cinque Stelle Cristian Casili, da sempre schierato a difesa delle sculture di sabbia. «Sul tema – ha spiegato Casili – si è espressa anche l’Anci, che come detto dall’assessore Piemontese ha chiesto alla Regione l’istituzione di una cabina di regia dei Comuni interessati. Crediamo fermamente nel ruolo dei Comuni, tanto che il consigliere Galante sottoscrittore oggi dell’emendamento, aveva fatto inserire in quel bilancio un articolo per prevedere un contributo per le amministrazioni comunali per realizzare interventi di tutela dei cordoni stessi, così da contrastare i processi erosivi e favorire la conservazione degli habitat naturali presenti».

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