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Attentato a Mosca, l’Isis rivendica Putin: «Chi c’è dietro pagherà»

È di 143 morti il bilancio, ancora provvisorio, dell'attentato terroristico alla sala concerti Crocus alla periferia di Mosca. A comunicarlo è il Comitato investigativo russo, citato dalla Tass, mentre prosegue il lavoro dei soccoritori fra le macerie dell'edificio. Tra le vittime anche 3 bambini. Il numero è, però, destinato «ad aumentare in maniera significativa», afferma…

È di 143 morti il bilancio, ancora provvisorio, dell’attentato terroristico alla sala concerti Crocus alla periferia di Mosca. A comunicarlo è il Comitato investigativo russo, citato dalla Tass, mentre prosegue il lavoro dei soccoritori fra le macerie dell’edificio. Tra le vittime anche 3 bambini. Il numero è, però, destinato «ad aumentare in maniera significativa», afferma il governatore della regione di Mosca, Andrei Vorobyov. La sua previsione si basa sul fatto che è da ieri iniziato il lavoro di rimozione delle macerie, sotto le quali potrebbero essere trovati altri corpi. Sono invece 121 le persone ricoverate in ospedale, compresi tre minori. Le autorità russe attribuiscono le morti alle ferite d’arma da fuoco e all’asfissia a causa dell’incendio scoppiato durante l’attacco. Lo Stato Islamico ha rivendicato l’attacco in un post su Telegram in cui il gruppo affermava che i suoi uomini armati erano riusciti a fuggire in seguito. Un funzionario statunitense ha affermato che Washington dispone di servizi segreti che confermano le affermazioni dello Stato islamico.
«Alla sala concerti Crocus di Mosca è stato perpetrato un atto terroristico sanguinoso e barbaro», ha detto il presidente russo Vladimir Putin in un discorso diffuso in televisione, promettendo che i responsabili dell’attacco saranno puniti. «Tutti gli autori e gli organizzatori di questo crimine subiranno una punizione giusta e inevitabile. Chiunque siano, chiunque li abbia diretti. Ripeto, identificheremo e puniremo tutti coloro che stanno dietro i terroristi, che hanno preparato questo crimine. Questo è un duro colpo alla Russia».

Putin ha poi confermato che «tutti e quattro gli autori diretti dell’attacco, tutti coloro che hanno sparato e ucciso persone, sono stati arrestati. Cercavano di nascondersi e si dirigevano verso l’Ucraina, dove, secondo le prime indagini, era stato predisposto un varco dal lato ucraino per attraversare i confine», ha detto il presidente russo alludendo ad legame fra gli attentatori e l’Ucraina.

Putin è stato informato ieri mattina dal capo dell’Fsb che dopo la strage sono stati eseguiti 11 arresti e tra le persone fermate c’erano “tutti i terroristi direttamente coinvolti nell’attacco”.

La Commissione investigativa russa ha riferito che le agenzie di intelligence hanno arrestato i quattro sospetti nella regione di Bryansk, non lontano dal confine con l’Ucraina. «Erano intenzionati a passare in Ucraina, oltrepassando la frontiera con la Russia, e avevano contatti sul lato ucraino» afferma l’Fsb.

Accuse che Kiev definisce «assurde». La zona al confine tra Russia e Ucraina è «piena di unità dei servizi di sicurezza e militari». E, «anche gli ultimi eventi nella regione (russa) di Belgorod e a Kursk, dove c’è attività militare, significano che questa è una prima linea», afferma un portavoce della direzione dell’intelligence militare ucraina, Andriy Yusov, alla Bbc. Quindi, ha aggiunto, «suggerire che sospetti si stessero dirigendo verso l’Ucraina significherebbe dire che sono stupidi o vogliono suicidarsi». «L’Ucraina non ha nulla a che vedere con l’attacco terroristico», ha dichiaratoil consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak.

Il video dell’interrogatorio d uno presunti attentatori di Mosca è stato diffuso dalla propagandista russa Margarita Symonian. L’uomo dice di essere arrivato in Russia dalla Turchia il 4 marzo e di aver compiuto l’attacco per denaro. L’uomo si identifica con un nome che suona come Fariddun Shamsutdin, nato il 17 settembre 1998. Ha raccontato di essere stato ingaggiato via Telegram da un non meglio identificato “assistente del predicatore”. L’uomo, buttato a pancia sotto nel fango, e tenuto per i capelli da un agente delle forze russe, dice che gli era stato promesso mezzo milione di rubli e di aver fatto tutto per denaro.

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