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Grottaglie, ecco lo Spazioporto: museo, centro ricerca, incubatore e un hangar integrati col territorio – VIDEO

Un edificio polifunzionale che si ispira al mondo dell'esplorazione spaziale con un'attenzione particolare a stazioni e veicoli, un hangar capace di ospitare aerei di massima dimensione. È il progetto per lo Spazioporto di Grottaglie presentato stamattina nel corso del Mediterranean Aerospace Matching in corso all'aeroporto "Arlotta". L’edificio polifunzionale (visitor center) ospiterà un museo, un centro…

Un edificio polifunzionale che si ispira al mondo dell’esplorazione spaziale con un’attenzione particolare a stazioni e veicoli, un hangar capace di ospitare aerei di massima dimensione. È il progetto per lo Spazioporto di Grottaglie presentato stamattina nel corso del Mediterranean Aerospace Matching in corso all’aeroporto “Arlotta“.

L’edificio polifunzionale (visitor center) ospiterà un museo, un centro di ricerca e un incubatore di start-up. I visitatori arriveranno dall’asse centrale del parcheggio, che attraversando una serie di totem fotovoltaici li guiderà verso l’ingresso del centro. Il prospetto principale è caratterizzato da una parete metallica, inclinata e incurvata, la cui unica apertura segna l’ingresso, nascondendo così le funzioni interne fino all’entrata del centro polifunzionale.

Attraversato il portale centrale, gli ospiti saranno accolti da uno spazio a doppia altezza, che attraverso l’ampia vetrata di fondo offre una vista panoramica del piazzale con le navicelle e gli aeromobili.

Dall’atrio, il percorso continuerà con una salita al piano superiore, dove si troverà lo spazio espositivo introduttivo all’esplorazione orbitale. Questo spazio è progettato per accogliere sia i viaggiatori spaziali in partenza, sia gli amici e i visitatori interessati all’esplorazione spaziale e alle missioni verso l’orbita terrestre.

Il tunnel di collegamento tra il centro servizi e l’hangar rappresenta un altro elemento distintivo del progetto. Vista dall’esterno, questa struttura è un segno forte che si integra perfettamente nel linguaggio dell’esplorazione spaziale, contribuendo all’identità complessiva dello Spazioporto. All’interno, il tunnel prosegue il percorso iniziatico ed emozionale per i visitatori: attraverso una lunga salita, gli ospiti sono immersi in un’atmosfera suggestiva, accompagnati da filmati immersivi e suoni che li preparano all’esperienza successiva.

Questo percorso condurrà i visitatori fino a una terrazza osservatorio interna all’hangar, dove grandi oblò ispirati alle forme aeronautiche, consentiranno di ammirare le navicelle e gli aeromobili all’interno dell’hangar stesso.

L’hangar sarà una struttura di grande dimensione, racchiusa da un guscio esterno di geometria di matrice parametrica con struttura in acciaio reticolare studiata e sviluppata attraverso un calcolo parametrico.

Il volume, nel suo complesso, si estende su una superficie di circa 8mila metri quadrati, idonea ad accogliere un aeromobile del calibro del Boeing 747-8. Di fronte a questa struttura, si troverà l’ampio piazzale di sosta degli aeromobili, che occupa un’area totale di circa 4.800 metri quadrati, pavimentata con lastre di Cls dalle dimensioni di 6mx6m. Le strutture metalliche sono state dimensionate con i più performanti software di calcolo strutturale parametrico che hanno permesso un’importante ottimizzazione degli elementi principali.

Il colore predominante scelto per lo Spazioporto è il copper metallic (rame metallizzato) che non solo richiama i materiali e i colori tipici delle architetture spaziali, ma riflette anche i toni della terra tarantina e della Puglia, fornendo così un legame visivo con il contesto.

Un complesso di edifici progettato nel rispetto dei criteri di sostenibilità e risparmio energetico che ha permesso di ottenere in una prevalutazione la certificazione Leed Gold e Silver rispettivamente per il centro servizi e l’hangar.

«Spazioporto, per noi è una promessa mantenuta», ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

Un plauso al progetto è arrivato dal generale dell’Aeronautica Roberto Vittori, astronauta dell’Esa. «Sono stato proprio io a spingere per l’accordo iniziale tra Enac e Faa nel 2014», ha affermato spiegando che «l’idea è nata quando volavo con lo Shuttle e, valutando la prima opportunità di atterraggio d’emergenza, si pensava all’Europa, a Francia e Spagna. Mi chiesi: perché non l’Italia, dove abbiamo le migliori condizioni climatiche e geografiche? Dovevamo superare questo ostacolo e avere nel nostro Paese uno spazioporto, che potesse essere anche altro. Grottaglie si è attestata come scelta migliore – ha ribadito – perché enti locali e università hanno fatto la loro parte, capendo le potenzialità del volo suborbitale, che è cosa diversa dal volo spaziale ed è l’evoluzione naturale dell’aeronautica: volare da Bari a Tokyo in un’ora e mezza, o decollare da qui, lanciare un satellite e riatterrare, questo è il futuro ed è per questo che siamo qui», ha concluso.

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