«Il mio è un atto di legittima difesa», ha esordito così il sindaco di Bari, Antonio Decaro, nel corso della conferenza stampa indetta a seguito delle notizie giunte dal ministero dell’Interno sulla procedura della Commissione d’accesso per verificare l’ipotesi di scioglimento del Comune.
«Ho messo la tessera nel cassetto e sono stato il sindaco di tutti – ha aggiunto -. La stessa cosa ho fatto come presidente di Anci, sono stato il presidente di tutti e l’ho fatto con onore e disciplina da sindaco dell’Anci. Ho sempre garantito rispetto istituzionale ai governi che si sono succeduti».
«Se ci sono sospetti sul comune rinuncio alla scorta»
«Se c’è anche un solo sospetto di infiltrazione della criminalità nel comune di Bari io rinuncio alla scorta», ha detto Decaro ricordando di essere «sotto scorta da nove anni, torno a vivere. Non posso essere sindaco antimafia e avere la commissione di accesso in comune».
«Ho paura, ma non mi giro dall’altra parte»
Ha ammesso di avere «paura per me e per la mia famiglia», Antonio Decaro, ma, ha affermato «sono sindaco e non mi giro dall’altra parte».
Il primo cittadino ha ripercorso alcune battaglie per la legalità fatte a Bari e per le quali ha ricevuto minacce ed è finito sotto scorta. Decaro ha evidenziato di aver «tolto il territorio» alla criminalità. Ripercorrendo i vari episodi, la voce del sindaco è rotta dal pianto.
Quanto agli esponenti del clan Parisi, il sindaco ha detto di averli incontrati solo nelle aule di giustizia quando si è costituito contro di loro: «A Bari la mafia ci sta, ci sono 14 clan, ma li devi combattere e guardare in faccia».
«Il vero problema è il trasformismo»
«Il problema vero è il trasformismo, è quello che dobbiamo combattere. E ho colpa pure io perché quelle persone arrestate, gira e gira, me le sono ritrovate in maggioranza». Ha proseguito il sindaco.
Decaro ha ricordato di avere «denunciato» persone che votavano per liste legate a lui perché aveva saputo che qualcuno aveva offerto loro del denaro. «Perché – ha spiegato – il voto non si compra. Qualcuno ha fatto denunce nel centro destra? No. Con me lo ha fatto il M5s con cui abbiamo anche fatto un corteo».
«Ho denunciato e fatto arrestare persone»
La lotta contro le fornacelle abusive per la festa di San Nicola, le denunce che hanno fatto arrestare esponenti dei clan, i concerti vietati al figlio del boss Savinuccio, il cantante neo melodico Tommy Parisi: sono alcune delle attività citate da Decaro in riferimento al contrasto alla criminalità organizzata.
Decaro ha portato un plico da cui si evince l’impegno della amministrazione comunale. «Ho consegnato alle 12 di due giorni fa un plico con 13 faldoni e migliaia di pagine. Mi era stato richiesto – ha spiegato – per sapere cosa aveva fatto il comune in questi anni. Bene, nemmeno dopo 24 ore, non credo abbiano letto questi fascicoli, mi è arrivata la telefonata del ministro che mi avvisava dell’arrivo della commissione».
Decaro ha ricordato di essere sotto scorta soprattutto per la famiglia dei «Sedicina: per loro il giorno della candelora era la festa del capo clan, bloccavano un isolato. Lo abbiamo cancellato, non esiste più. Non comandano più loro. Me ne hanno fatte di tutti i colori».
Il sindaco ha poi ricordato di essere staro sempre «vicino agli operatori mercatali, accompagnandoli nelle denunce e a uscire dalla spirale dell’oscura e delle estorsioni della criminalità organizzata». E ha poi parlato della «assegnazione dei chioschi a San Girolamo: so che a coloro che hanno partecipato hanno fatto una estorsione. Anche in quel caso andai a presentare una denuncia».
Estorsioni sono state fatte anche per l’installazione delle luminarie: «Abbiamo denunciato anche loro. Con una mia denuncia sul “pizzo” per l’albero di Natale – ha inoltre evidenziato – ho fatto arrestare delle persone».
«Ho cacciato io Olivieri dalla Multiservizi»
«Olivieri l’ho cacciato io dalla Multiservizi quando sono diventato sindaco e abbiamo fatto 23, tra querele e denunce, tra quelle che ha fatto il consiglio di amministrazione e quelle che ha fatto il socio unico. Gli abbiamo chiesto la restituzione, che abbiamo ottenuto, di qualche milione di euro: 110mila euro sono stati già restituiti al Comune». Ha detto ancora Decaro.
L’ex consigliere regionale Olivieri è tra gli arrestati per voto di scambio politico-mafioso insieme a sua moglie Carmen Lorusso, consigliera comunale di Bari fino a pochi giorni dall’arresto. Lorusso fu eletta con il centrodestra e poi è passata nelle file della maggioranza di centrosinistra.