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Per un pugno di voti, fango sulla città

Se da vent’anni il centrosinistra governa la Puglia e la città di Bari, il merito è sicuramente di chi ha vinto le elezioni e di chi ha amministrato la regione e il capoluogo in tutti questi anni. Ma un grazie lo si deve anche all’opposizione di centrodestra che, nello stesso periodo, non è mai stata capace di proporre una valida alternativa di buon governo. Si è sempre e solo limitata a critiche vane, retoriche e, non solo prive di contenuto, ma a volte addirittura scarne nel loro più intrinseco significato politico.

Diciamo la verità, se al centrodestra di Bari qualcuno dovesse attribuirgli il soprannome di “riccio vacante”, nessuno si sorprenderebbe più di tanto. E lo stesso, inutile, atteggiamento è stato assunto in questi ultimi giorni. Dopo l’operazione giudiziaria che ha portato ad oltre 100 arresti anche tra i cosiddetti colletti bianchi, la destra si è scatenata in una lotta senza quartiere per denunciare la mafia e il malaffare imperanti nella nostra città. Addirittura c’è stato un partito politico che sembra abbia cancellato il ricordo che il suo fondatore, con le sue aziende, sia stato più volte condannato -con sentenze passate in Cassazione- per aver finanziato la Mafia (quella vera, con la M maiuscola). Dicevamo, gli esponenti di questo partito hanno avuto la negletta idea di affiggere dei manifesti in città in cui a chiare lettere chiedevano la “liberazione” dal malaffare. Il bue che dice cornuto al ciuccio! Questi geni della comunicazione sono stati capaci di ottenere dal Ministro Piantedosi (sempre lui), l’apertura di una commissione d’inchiesta per verificare l’ipotesi di scioglimento del Comune della nostra città per infiltrazioni mafiose. Gesto indicibile compiuto incautamente da chi dimentica che tra i tanti arrestati, i primi ad esseri stati ammanettati per voto di scambio sono stati proprio due loro consiglieri.

La verità è che non ci vuole certo uno scienziato per comprendere che questa mossa è stata fatta per intervenire a gamba tesa nelle prossime elezioni comunali. Per le quali, senza aver presentato uno straccio di programma, questa parte politica intende presentarsi con un magistrato che da mane a sera ci dirà che ci penserà lui a far tornare l’onestà in questi luoghi. Il sindaco Decaro, appresa la notizia della nascente commissione, non ci ha visto più e, con un post diramato su tutti i suoi profili social, ha dichiarato guerra a costoro. In modo chiaro e netto ha scritto che non ci sta a lasciare che Bari sia additata come una città mafiosa.

Noi, da parte nostra, non possiamo che unirci al grido del primo cittadino che non deve assolutamente cadere nel vuoto. Nessuno nega che a Bari, come nel resto d’Italia, dell’Europa e del mondo ci siano delle pericolose vicinanze tra la delinquenza organizzata, la massoneria, i grandi poteri e la politica. Sarebbe ingenuo farlo. Ma, se in conferenza stampa, la stessa Procura distrettuale antimafia di Bari, ha sottolineato che l’amministrazione comunale in tutti questi anni “ha saputo rispondere alla criminalità organizzata”, perché infangare il nome della nostra città in tutta Italia? Questo è un danno non solo etico, morale, ma anche economico ed erariale che verrebbe voglia di far pagare caro a chi in queste ore intende scardinare una nomea costruita con sacrifici materiali ed umani. La memoria di Michele Fazio e di Giuseppe Mizzi, due ragazzi vittime innocenti di agguati vigliacchi della criminalità, merita ben altro trattamento. In tutti questi anni la nostra città ha lavorato sodo per rendere loro giustizia e per avvicinarsi a quel benessere tanto agognato per tutte e per tutti.

Si opponga con veemenza a questa aggressione il sindaco Decaro. Noi siamo e saremo al suo fianco convinti che non si può -per pochi voti- spostare l’ago della bilancia della lealtà e della verità.

Una minoranza che dovrebbe ritirare l’affondo e ritirarsi in pentimento. Una minoranza che negli anni non ha saputo assolutamente essere all’altezza del ruolo. Pinuccio Tatarella se li mangerebbe tutti in un sol boccone!

Bari, con le sue cittadine ed i suoi cittadini, reagirà con polso e decisione. Bari non è la città del male assoluto, Bari è la città nella quale, quando si subisce un torto, non si sta zitti. E già questo, di per sé, elimina il concetto di Mafia.

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