Una seduta ad hoc dell’ottava Commissione consiliare e l’istituzione di una Commissione speciale per il servizio di refezione scolastica a Brindisi: a chiederla è il consigliere di opposizione Lino Luperti, dopo il caso della presunta contaminazione batterica dell’acqua utilizzata per preparare i pasti serviti nelle mense degli istituti comunali. «Non si tratta della prima vicenda allarmante, ma al Comune fanno finta di non vedere», dice Luperti a proposito del servizio offerto dalla società Serenissima.
Nei giorni scorsi, gli esami sull’acqua potabile utilizzata nel centro cottura gestito da Serenissima hanno evidenziato tracce di escherichia coli ed enterococchi. Immediato lo stop all’uso dell’acqua della rete, con Serenissima costretta a servirsi di un’autoclave per evitare di interrompere il servizio di refezione. Successivamente, i risultati dei primi test sono stati trasmessi a due laboratori per le “controanalisi”: in un caso, gli esami hanno escluso contaminazioni; per l’altro, invece, c’è ancora da aspettare.
Nel frattempo, però, la vicenda riaccende i riflettori sulla gestione delle mense da parte di Serenissima. Già a febbraio, infatti, consiglieri comunali, insegnanti e genitori degli alunni delle scuole comunali si sono incontrati per fare il punto della situazione. «In quella circostanza – racconta Luperti – sono state evidenziate criticità come pasti serviti molte volte freddi, mancanza di frutta, lunch box dalle dimensioni e dalla forma inadeguate». Non solo: secondo il consigliere comunale, «le attrezzature utilizzate nel centro cottura non sono il massimo della funzionalità» e «il trasporto del cibo avviene in contenitori vecchi e malandati».
Il contratto tra Comune e Serenissima scadrà a maggio. E questo è un altro aspetto che preoccupa le opposizioni: «L’amministrazione non ha i soldi per la gara della refezione scolastica – conclude Luperti – Anche per questo è indispensabile fare chiarezza su un servizio che lascia molto a desiderare: non si tratta di alimentare sterili polemiche, ma di garantire la salute dei nostri ragazzi».